Si chiama Iset e consiste in un normale prelievo del sangue

Da oggi sarà possibile sapere in anticipo se ci verrà un tumore, grazie a un nuovo test di facile funzionamento che consente tramite un semplice prelievo del sangue di osservare se nelle vene scorrono le primissime cellule tumorali, che prima o poi si trasformeranno in una massa. Negli Stati Uniti è stato recentemente sviluppato un test del sangue in grado di rilevare in quale parte del corpo si sviluppa il cancro, un’esame messo a punto dai ricercatori della University of California-San Diego. Se finora le ‘biopsie liquide’ potevano rilevare nel sangue dei pazienti tracce di DNA rilasciato dalle cellule tumorali, non erano però ancora in grado di dirci dove risiede il tumore. A Bari invece è stata messa a punto una nuova tecnica chiamata “Inside the breath” per diagnosticare il rischio di tumore, che consente una diagnosi tramite un semplice soffio.

Come funziona

Si tratta di un sistema di filtrazione per isolare dal sangue le cellule tumorali circolanti (CTC) in modo da permettere la loro identificazione diagnostica tramite citopatologia e loro caratterizzazione molecolare. L’oncologa italiana Patrizia Paterlini-Brécho, in edicola con il suo ultimo libro “Uccidere il cancro”, spiega in cosa consiste il test che scova le cellule tumorali nel sangue. Questo metodo sarebbe disponibile anche per pazienti senza tumore che ne firmano il consenso, anche se il costo piuttosto elevato di 486 euro non lo rende certo accessibile a tutti. La stessa oncologa spiega come si siano incontrate parecchie resistenze, soprattutto di carattere culturale, riguardo a questo test anti-cancro. Infatti grazie a questo test si vedono le cellule cancerogene che non sono ancora una massa tumorale ma che inevitabilmente lo diventeranno.

Giocare d’anticipo

“Da circa un anno e mezzo è a disposizione il test Iset (Isolation by Size of Tumor Cells) per l’individuazione delle cellule tumorali nel sangue. Per noi è più facile perché ce lo abbiamo in casa, è difficile dire al pubblico “bisogna ripeterlo ogni sei mesi” quando non è rimborsato” – spiega la oncologa. Nel suo stadio iniziale un tumore maligno è sempre piccolissimo, di dimensioni inferiori ad un millimetro. Prima che si possa vedere e che causi sintomi impiega dai quattro ai cinque anni, ma già dall’inizio provoca lentamente il rilascio di alcune sue cellule che si disperdono e fluttuano nel sangue, impiegando anni a rafforzarsi per diventare aggressive, fino a quando si infiltrano nei capillari degli altri organi dove attecchiscono moltiplicandosi rapidamente e generano le metastasi, che poi aggrediscono l’intero organismo. Lo scopo del nuovo test è quello di rivelare immediatamente quale organo occorre curare e tenere monitorato, in modo da giocare d’anticipo con la prevenzione e risparmiare così tempo prezioso per le cure.

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