Una sentenza riconosce la correlazione tra tumore al cervello e uso eccessivo del cellulare

Il Tribunale di Ivrea ha emesso una sentenza destinata a suscitare polemiche, che stabilisce che ad un dipendente Inail spetti una rendita vitalizia da malattia professionale, causata da un uso “abnorme” del cellulare.

Un rischio superiore a Hiroshima

“Il rischio oncologico per i sopravvissuti alle esplosioni atomiche di Hiroshima e Nagasaki è nella misura di 1,39 per tutti i tumori. Mentre il rischio per un uso massiccio e prolungato nel tempo di telefoni cellulari, secondo Interphone, è pari a 1,44. Se nessuno osa porre in dubbio un nesso quantomeno concausale tra esposizione alle radiazioni provenienti da un’esplosione atomica e patologie tumorali non si vede perché non possa ritenersi analogamente sussistente questo medesimo nesso tra esposizione a radiofrequenze e tumori encefalici rari”, come quello che ha colpito il dipendente. Esisterebbe dunque una correlazione tra cancro al cervello, benigno ma invalidante, che ha colpito l’uomo, e l’uso eccessivo del cellulare.

E’ quanto ha stabilito il giudice, che attribuisce al dipendente una “malattia professionale” in quanto il lavoratore aveva “utilizzato in maniera abnorme telefoni cellulari nel periodo 1995-2010”, visto che “coordinava l’attività di 15-20 persone” e con ognuno si sentiva “2-3 volte al giorno, a volte anche di più”, senza contare altre telefonate istituzionali, con i superiori o con gli enti, e le chiamate “non erano brevissime, della durata di crca 5-10 minuti”, come hanno spiegato i testimoni al processo.

Un tema dibattuto

Tuttavia il tema del nesso tra utilizzo del cellulare e insorgenza di tumori è da tempo oggetto di discussioni in ambito scientifico.

Non ci sono dimostrazioni certe dell’esistenza di un legame pericoloso tra telefoni cellulari e tumore al cervello” – è la conclusione a cui è giunto uno studio australiano che ha analizzato i dati di oltre 34mila persone alle quali, tra il 1982 e il 2012, è stata diagnosticata una neoplasia cerebrale.

Nel 2010 un’indagine condotta dall’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro dell’Organizzazione Mondiale della Sanità aveva escluso legami diretti, ma aveva poi ritrattato dopo che un team di 34 esperti al termine di una revisione degli studi sull’argomento aveva definito i campi elettromagnetici come possibilmente cancerogeni, concludendo che la radiofrequenze di cellulari e di altri device di comunicazioni wireless “potrebbero causare il cancro negli essere umani”.
Alla luce di queste conclusioni la richiesta dell’A.P.P.L.E., l’ente padovano per la prevenzione dall’elettrosmog, di porre sui cellulari la dicitura “può nuocere alla salute” non sembra poi una proposta così strana.

Uno studio dell’Università di Bordeaux afferma che l’uso prolungato del telefonino può raddoppiare il rischio di contrarre un tumore al cervello e un altro gruppo di ricercatori ha dimostrato che nei ratti esposti a campi elettromagnetici raddoppiavano i casi di linfoma, ma non ci sono studi successivi che abbiano confermato questa tesi.

Leggi anche:  Le 10 migliori auto d’epoca su cui investire nel 2024