Sei una persona pigra? Potresti trasmettere la pigrizia anche a chi ti circonda

Nonostante sia stato dimostrato che la predisposizione alla pigrizia abbia una base fisiologica determinante, numerose ricerche la considerano una malattia vera e propria strettamente connessa alla sedentarietà, una condizione che solo in Italia accomuna circa 24 milioni di persone.  Proprio gli italiani, soprattutto i più giovani, sono risultati tra i più pigri al mondo e a quanto pare la pigrizia sarebbe contagiosa come una malattia infettiva.

Certi comportamenti infatti possono essere trasmessi, come anche l’impazienza e l’imprudenza: ad affermarlo è uno studio effettuato a Parigi dai ricercatori dell’istituto Brain and Spine, pubblicato sulla rivista internazionale scientifica PLOS Computational Biology.

Come avviene il contagio

Ma come funziona il contagio di “pigrizia”? E’ un dato di fatto che l’uomo abbia una tendenza innata a modellare i propri comportamenti su quelli degli altri, soprattutto le persone più vicine.  La pigrizia, l’impulsività legata all’impazienza, e la prudenza sono considerati tipi di comportamento trasmissibili. Si tratta di atteggiamenti geneticamente determinati, ma anche modellati dall’ambiente circostante. La ricerca è stata effettuata su un campione di 56 volontari a cui è stato chiesto di effettuare una serie di compiti che implicavano la scelta tra diverse alternative, che andavano verso la direzione della pigrizia, dell’imprudenza o dell’impazienza.

Poi è stato chiesto loro di indovinare quale fosse stata la scelta di un’altra persona, che in realtà era un computer. I risultati dimostrano che nella maggior parte dei casi i volontari attribuivano a questa altra persona in realtà inesistente il loro stesso comportamento. Una volta messi al corrente dell’inganno, hanno ripetuto il test e molti di loro hanno modificato la propria scelta, confermando quindi di essere stati influenzati.

Lo studio ha messo in luce anche due diverse dinamiche: il falso consenso e l’influenza sociale. Il primo è la tendenza a proiettare sugli altri il proprio modo di vedere le cose. Il secondo si esprime quando una persona, trovandosi in contesti di incertezza, sceglie di adeguarsi al comportamento degli altri, senza prendere iniziative proprie.

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