L’app Chat Yourself è pensata per un concreto aiuto per i malati di Alzheimer

Come ricordare cose e persone più facilmente quando si è affetti dal morbo di Alzheimer? Da oggi ci pensa un’app, chiamata Chat Yourself, che permette appunto di ricordare a se stessi attraverso il semplice e rapido strumento della chat tutte quelle cose che altrimenti verrebbero cancellate dalla memoria difettosa dei pazienti malati.

Un assistente virtuale

Perdita progressiva della memoria e disorientamento caratterizzano infatti sopratutto la prima fase dell’Alzheimer, malattia neurodegenerativache pare sia favorita dalla mancanza di sonno e dall’eccesso di carne cotta, e la conseguente degenerazione del cervello, che gli esperti ritengono possa essere rallentata grazie all’assunzione di vitamina D.. Recentemente un ricercatore italiano ha scoperto l’area del cervello dove ha origine la patologia, una straordinaria scoperta che apre a nuovi orizzonti di cura per la malattia considerata la piaga dell’epoca moderna

L’app funziona come una specie di assistente virtuale in grado di memorizzare informazioni indispensabili per la quotidianità, come il nome e il contatto dei propri figli, il percorso per tornare a casa, le scadenze della settimana o eventuali allergie.

Chat Yourself è stata sviluppata da Nextopera con Young & Rubicam, Italia Longeva (il network dedicato all’invecchiamento creato dal ministero della Salute, dalla Regione Marche e dall’Irccs Inrca)  con la collaborazione di Facebook (Chat Yourself è un chatbot di Messenger).

Semplificare la vita delle persone

«Questo progetto non sconfigge l’Alzheimer ma va nella giusta direzione, offrendo ai malati un nuovo modo di vivere la malattia, uno strumento utile ad affrontare le prime fasi dopo la diagnosi, grazie ad un supporto che rimpiazza il danno provocato dalla malattia», ha commentato il  presidente di Italia Longeva, Roberto Bernabei.

«Facebook è fortemente impegnato nello sviluppo di nuove tecnologie che possano aiutare a migliorare e semplificare la vita delle persone», ha detto Luca Colombo, Country Manager di Facebook Italia. «Gli assistenti virtuali, o Bot, ne sono un esempio».

Uno dei sintomi più comuni della malattia è proprio la perdita progressiva della memoria a breve termine, nella maggior parte dei casi considerata il primo segnale spia della malattia. La memoria a lungo termine invece resiste per molti anni anche dopo che la persona si ammala di Alzheimer.

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