Google accelera su Android Pay: c’è il supporto a PayPal

Il lancio di Apple Pay in altri paesi (Italia compresa) ha riacceso l’interesse verso i pagamenti via smartphone. Big G è al bivio

TI PIACE QUESTO ARTICOLO?

Iscriviti alla nostra newsletter per essere sempre aggiornato.

Attendere ancora non è possibile e potrebbe diventare parecchio deleterio. Per questo Google intende far diventare realtà Android Pay in tanti altri paesi dove finora è un miraggio. Lo farà adottando la stessa politica attivata negli USA, dove il sistema è sbarcato mesi fa; ovvero stringendo accordi con le banche principali e gli store più conosciuti, così da semplificare e spingere verso il passaggio al borsellino virtuale, conservato nelle tasche del robottino verde. L’ultima novità è l’integrazione con PayPal, così da permettere ai clienti di pagare sia tramite il proprio conto fisico che con quello virtuale della piattaforma online, presente oramai ovunque. Anche in questo caso sono solo gli Stati Uniti a beneficiare dell’opzione, nonostante Android Pay sia disponibile anche altrove, pure in Europa.

Mobilità pressante

Per questo in molti hanno visto l’integrazione con PayPal negli USA come l’ultimo tassello prima dello sbarco definitivo di Android Pay altrove. Del reto, Apple ha dimostrato come sia alto l’interesse di molti paesi per i pagamenti contactless. In Italia, ad esempio, dopo l’arrivo di Apple Pay molti utenti hanno cominciato a sfruttare l’iPhone per concludere acquisti sia online che nei negozi fisici, una possibilità sempre più concreta visto che l’unico strumento necessario agli esercenti è un Pos dotato di lettore NFC, lo stesso che accetta le carte con chip wireless. Sembra finalmente giunto il momento buono per lanciare definitivamente il commercio digitale e in-store che passa per lo smartphone. Il 2017 è un anno di snodo cruciale che potrà decretarne il successo, o il rapido fallimento. Se dovessimo guardare all’estero non potremmo che evidenziare l’ottimo coinvolgimento delle persone verso Apple e Android Pay ma è evidente che usi e costumi non sono gli stessi ovunque, con un ritmo di adozione che differisce parecchio per i diversi mercati.

Leggi anche:  Pagamenti internazionali: le sfide e le opportunità per le banche