Gli analisti oltreoceano prospettano un utilizzo in massa di sistemi automatizzati che renderanno obsoleto il lavoro dell’uomo
Non solo nelle catene di montaggio e magazzini, i robot puntano anche alle mansioni del retail. Stando a un forecast del Cornerstone Capital Group, specializzato nei servizi finanziari, circa 7,5 milioni di posizioni negli Stati Uniti sono a rischio upgrade tecnologico, candidate cioè a essere occupate totalmente dagli automi. Non si tratta appunto di figure da “manovalanza”, dedite cioè prevalentemente allo sforzo fisico ma di personale front-end, a contatto con il pubblico, come quello dietro casse e banconi di negozi, supermercati e ristoranti. Si tratta di una minaccia che secondo gli analisti è più vicina di quanto si credi e che metterebbe a rischio lavori di ampio accesso, dove le donne sono in gran percentuale (il 73% delle casse negli USA è rosa).
Cosa succede
In realtà, il passaggio dall’analogico al digitale è già avvenuto in molti casi, solo che non ci facciamo più caso. Pensiamo alle grandi catene del food (come McDonald’s): nelle grandi città si ordina oramai da soli su uno schermo touch e si passa al bancone solo per ritirare il cibo. Nei supermercati “spariamo” in autonomia il prezzo sui lettorini e la spesa viene pagata alle casse automatiche. Lo stesso vale per la benzina, la prenotazione di esami in laboratorio, il ritiro degli abiti in lavanderia. Le predizioni di Cornerstone sono in linea con quelle di Deloitte, quando spiegava che nei prossimi 20 anni la maggior parte dei lavori che ricadono nei settori dei trasporti, magazzino, salute, lavori sociali sarà automatizzato. In quel caso Ben Perkins, a capo della business research di Deloitte, aveva detto: “L’automazione può togliere i lavori più faticosi alle persone, aiutando i consumatori a ottenere più in fretta ciò che cercano e a pagare con velocità. Si aprono però nuove opportunità per figure più elevate, che rappresentino un valore per il commercio. Come i personal shopper”.
