Grazie a virus artificiali che identificano le cellule cancerose, cellule killer distruggono i tumori

Un team di ricercatori dell’ Università di Basilea e Ginevra ha messo a punto per la prima volta dei virus che identificano le cellule malate, di cui per la prima volta è stato fatto un ritratto in 3D, e inviano un segnale specifico all’organismo per produrre cellule killer deputate a eliminare il cancro. Uno studio che arriva a breve distanza da un altro importante risultato dei ricercatori dell’Università di Padova, che hanno sintetizzato una nuova molecola killer capace di uccidere tutte le cellule cancerose. I ricercatori del Mit di Boston puntano invece sulle cellule “hackerate” per battere il cancro, riprogrammandole in modo che reagiscano alla minaccia tumorale con maggior efficacia, mentre nel 2014 uno uno studio dell’Irccs Multimedica Milano aveva ipotizzato di trattare le cellule tumorali con cellule staminali mutate.

Il principio dei vaccini

La ricerca è stata pubblicata sulla nota rivista scientifica Nature Communications e parte dall’idea che la reazione dell’organismo ai virus e alle cellule cancerogene è diversa: quando si tratta di queste ultime, il sistema immunitario è poco reattivo. In realtà è da decenni che si utilizza la tecnica di stimolazione delle difese dell’organismo attraverso l’inoculo di virus, principio che è alla base dei vaccini. Ma è la prima volta che si riesca a indirizzare specificamente le cellule linfocite contro le cellule cancerose. I ricercatori svizzeri, guidati da Dottori Doron Merkler e Daniel Pinschewer, hanno spiegato che il nostro sistema immunitario è scarsamente reattivo verso le cellule tumorali, al contrario della risposta immunitaria ai virus che invece è immediata e massiva.

La modifica genetica

Da questo punto di partenza i ricercatori hanno isolato il virus della coriomeningite linfocitaria, malattia virale dei topi, rendendolo poi inoffensivo attraverso la stessa procedura usata per i vaccini. A questo punto hanno operato una modifica genetica del virus, introducendo, al suo interno alcune proteine provenienti da cellule cancerogene specifiche. Quindi gli scienziati hanno inoculato il virus artificiale ‘buono’ nei roditori, osservando come fosse in grado di dialogare geneticamente con il sistema immunitario dei topi  portandolo a riconoscere le cellule tumorali come dannose e quindi da combattere. Questo risultato è stato possibile grazie alla  ‘traccia’ fornita dalle proteine inserite artificialmente nel virus. La conseguenza è stata la produzione immediata da parte del sistema immunitario di cellule killer, i cosiddetti linfociti T citotossici, che ha avviato la distruzione delle cellule cancerose.

Leggi anche:  La Settimana Mondiale del Cervello: comprendere e promuovere la salute del cervello