Consolidare la presenza in Italia, la sfida di Tech Data dopo l’acquisizione Avnet

In dirittura d’arrivo e in anticipo rispetto ad altre country l’integrazione di Technology Solutions

Che aria si respira in Tech Data dopo l’acquisizione della divisione Technology Solutions di Avnet, avvenuta lo scorso febbraio? «L’integrazione amplia in maniera considerevole l’attività di distribuzione a valore aggiunto di Tech Data, migliorando la capacità dell’azienda di supportare i propri partner per trarre profitto dalle tecnologie di nuova generazione. Allo stesso tempo aumenta le loro opportunità di inserimento sul mercato grazie a competenze complementari, rapporti più estesi con i fornitori e nuovi clienti» afferma Vincenzo Baggio, fresco di rinnovo nel ruolo di vice president e managing director Tech Data per l’Italia.

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Sono i numeri, come illustra lo stesso Baggio, a chiarire l’impatto dell’operazione: «Cambia sostanzialmente il nostro mix: se prima eravamo un azienda che faceva nel mondo 26 miliardi di dollari con il 61% a volume, grazie all’acquisizione di Avnet, un’operazione da 2,6 miliardi di dollari, si aggiungono circa 10 miliardi di dollari nel mondo – di cui oltre la metà in Europa –  raggiungendo il 45% a valore. Con il volume che si riduce a circa il 48%. Un bilanciamento di portafoglio importante che ci consentirà di raggiungere risultati ancora migliori». L’acquisizione produce effetti importanti anche dal punto di vista della ridistribuzione a livello geografico delle revenues del gruppo. «Prima dell’acquisizione l’Europa è sempre stata a nord del 60% in termini di fatturato di Tech Data nel mondo, arrivando a toccare punte del 62/63%. Oggi questi risultati si riequilibrano. Il risultato in Europa si attesta al 53% rafforzandosi tuttavia su un volume più ampio. Ricordiamo che negli USA Tech Data era più un distributore a volume che iniziava a investire nel valore. L’acquisizione ha bilanciato i due aspetti. In più acquisiamo la presenza, più o meno il 3% delle nostre vendite, in Asia-Pacific, un’area che cresce più velocemente rispetto a USA e Europa, consentendoci di ampliare le nostre attività e offrendoci al contempo una grande opportunità di revenues future».

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Scongiurato l’effetto tsunami, l’operazione getta le basi per la creazione di uno dei più importanti distributori IT end-to-end a livello globale, presente in quaranta country con 14000 dipendenti e circa 115.000 clienti in oltre 100 paesi. «Dal punto di vista dei prodotti e delle soluzioni c’è un forte orientamento a fornire prodotti e soluzioni a valore – conferma Baggio. Quel che ci differenzia rispetto alla concorrenza è che noi siamo multichannel e multitechnology. Essenzialmente facciamo leverage dell’infrastruttura di HR e logistica, IT e finanza, ma manteniamo nel front office cioè nell’interfaccia verso il nostro vendor o il nostro cliente, un ambito di efficienza estrema quando consegniamo merci a volume (pc, printer, ecc,); proprio perché il mercato in Italia è estremamente compresso, i margini di manovra sono sottili. La chiave per consegnare volume – al di là di approfittare di tutte le crescite che questo mercato può offrire – é dunque l’impiego di una piattaforma di estrema produttività.  D’altra parte siamo in grado di consegnare soluzioni a valore che ì al di là della gamma di prodotti che si possono assemblare – e il nostro è un set di soluzioni di tutto rispetto – ha come differenziatore la competenza. Quindi le certificazioni, quindi le skill set delle persone che abbiamo a bordo. Riconosciute e pagate dal mercato».

Baggio sottolinea anche alcuni aspetti qualitativi collegati all’operazione. «Per l’ottavo anno consecutivo Tech data è indicata da Fortune tra le prime 500 aziende più ambite dove lavorare. Ma a parte questo c’è un altro aspetto che se atterro in Italia si vede subito a occhio nudo. La combinazione cioè semplicemente perfetta tra le due realtà che si sono fuse. A differenza di altre country, qui da noi, Cisco a parte, non si registra alcuna sovrapposizione. Technology Solutions porta in dote nuove relazioni – come quelle con EMC e Red Hat per esempio – che in tech Data non c’erano; rafforzando la partnership con Cisco. In realtà questa acquisizione per noi è un non evento. Non porta traumi e offre invece una tonnellata di opportunità». Merce rara in questo genere di operazioni. Dove di solito overlaps di varia natura rallentano la crescita e necessitano in qualche modo di essere appianate. «Siamo stati fortunati perché da noi questo problema non esiste» sottolinea Baggio. «La focalizzazione mia e del mio team è orientata verso un integrazione di persone – circa una trentina di talenti entro l’estate – e culture. Che fortunatamente trattandosi di due società americane sono abbastanza simili.  Non ci vogliamo focalizzare sulle beghe interne ma rivolgerci al mercato per offrire competenza da mettere a disposizione di solution partner e clienti».

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