Fujitsu, all you can IT

A livello globale e in Italia – con l’arrivo di un nuovo responsabile italiano della divisione prodotti – il gruppo giapponese rinnova il suo impegno come partner ideale delle aziende di produzione locali per la “co-creazione” di nuovo valore attraverso la digitalizzazione dei processi

L’atmosfera al Centro Congressi NH di Milanofiori è elettrizzata, tutto è pronto per dare il via alla sessione plenaria di Fujitsu World Tour 2017, un evento – sottolinea l’australiano Craig Baty, per la prima volta in Italia e fresco di nomina come vicepresidente Global Strategy and Digital Services Groups di Fujitsu – che il gruppo giapponese organizza ormai in 26 diverse location in tutto il mondo.

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Per Bruno Sirletti, che con Baty incontra Data Manager poco prima del suo keynote, è anche l’occasione per fare il punto dei quasi due anni come AD di Fujitsu Italia. «In questo arco di tempo, abbiamo iniziato il percorso che sta portando una azienda di prodotti informatici e infrastruttura come Fujitsu a provider a tutto tondo, efficace nell’affiancare alla tradizionale offerta di managed service le soluzioni di digital transformation che i clienti ci chiedono».

Spirito positivo

Anche in Italia? «Soprattutto in Italia che, non dimentichiamolo, è pur sempre la seconda nazione manifatturiera d’Europa, se pensiamo in particolare alle soluzioni, con forte componente infrastrutturale e IoT, mirate alla cosiddetta Fabbrica 4.0» – dichiara Sirletti. Italianissimo di origini, ma da sempre all’estero, Sirletti racconta di essere stato condizionato dalla retorica che vuole l’Italia in perenne ritardo. «Non è assolutamente così. Milano per esempio ha gli stessi servizi di Bruxelles. È vero però che abbiamo smesso di investire in modernizzazione e la produttività ne ha sofferto». Ci vogliono positività e capacità di vedere il bicchiere mezzo pieno, sostiene tuttavia Sirletti, sottolineando che il piano di investimenti da circa 13 miliardi di euro, tra tassi facilitati e rimesse dirette, lanciato dal governo, è un buon inizio. «Fujitsu ha molte soluzioni interessanti per un mercato che ha nella piccola e media impresa il suo cardine. Soluzioni e una rete di partner che sono il vero fattore abilitante della nostra azione in un mondo così diversificato».

Insieme per trasformare

Come può essere giudicato l’interesse delle aziende nei confronti di questa proposta? «L’interesse è molto elevato – afferma Sirletti – ma il quadro è ancora complesso. Alcuni CIO tendono a essere molto conservatori. Molto più positivi, i segnali dai CEO, anche di aziende di medie dimensioni, che la trasformazione la vogliono subito. Qui il problema è di natura duplice, un po’ mancano le competenze interne, un po’ – considerando che spesso la trasformazione la fanno i giovani – il nostro sistema educativo sforna pochi ingegneri e quando li produce questi preferiscono andare all’estero». La risposta può venire dal tema ispiratore del Fujitsu World Tour 2017, la co-creation. Che cosa vuol dire creare insieme? «Noi siamo specialisti di Big Data, analytics, intelligenza artificiale. Il cliente è specialista dei propri processi. Lavorando insieme possiamo colmare i gap e innovare tutti insieme».

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Tecnologia “human centric”

«È nostra precisa responsabilità aziendale – interviene Craig Baty – fare in modo che il computer e la tecnologia digitale “human centric” ci aiutino a risolvere problemi concreti, spesso di natura sociale. Per questo occorre conoscere così a fondo i settori di riferimento, e poter contare su partner che ci aiutino a costruire, insieme ai nostri clienti, un ecosistema di respiro globale ma forte sul piano locale. Questa capacità di concepire ed erogare servizi su scala locale, senza imporre una visione centralizzata, sta entrando nel nostro DNA». Negli ultimi quattro anni, il compito di Baty è stato proprio quello di fungere da interfaccia strategica tra la cultura giapponese di Fujitsu e le sue operation internazionali, una funzione a metà tra il business e il marketing. Oggi, il suo compito è coordinare, dall’Australia, il team che guiderà, sempre a livello internazionale, l’offerta dei Digital Services Fujitsu, inglobati in MetaArc, il portafoglio di servizi, soluzioni software e prodotti hardware al fondamento di tutta l’offerta Fujitsu in termini di cloud, IoT, Big Data e AI/robotica.

Dall’hardware al servizio

In occasione del Fujitsu World Tour 2017, Data Manager ha incontrato anche Massimiliano Ferrini appena nominato head of Product Business di Fujitsu Italia. Ferrini, 46 anni, avrà il compito di coordinare in Italia tutte le attività volte all’incremento delle quote di mercato relative ai prodotti e allo sviluppo del canale di vendita. «È uno dei principali punti di forza di Fujitsu: la qualità e l’ampia gamma di prodotti, unite alla capacità di offrire servizi a 360 gradi, dalla consulenza alla gestione dei servizi, che permettono l’implementazione di data center virtualizzati e di cloud ibridi. Due aspetti su cui Fujitsu sta investendo molto, focalizzandosi in particolare sul suo sistema integrato Fujitsu Primeflex per la gestione del data center». Per il cloud ibrido Fujitsu mette a disposizione l’ambiente K5 e un team di specialisti che collaborando con i clienti è in grado di disegnare soluzioni su misura delle singole necessità, nel caso integrando in modo trasparente i servizi cloud di altri fornitori. La missione di Ferrini è soprattutto culturale: imporre una modalità di approccio basato sulle logiche del servizio, anche per i prodotti. Questo che cosa implica a livello di strategie di go to market? «Abbiamo definito due gruppi di pre-vendita: uno di Technical Sales Consulting, che supporta i clienti nell’identificazione delle loro esigenze di business e mette in luce i benefici dei progetti proposti; l’altro di Technical Specialist, esperti dei singoli prodotti, in grado di spiegarne nel dettaglio le caratteristiche e le performance».

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