Addio proiettori nei cinema: c’è il Led di Samsung

Il primo è stato installato in Sud Corea ed è lungo 10,3 metri. Supporta il 4K ma anche la visione HDR per un’esperienza senza precedenti

TI PIACE QUESTO ARTICOLO?

Iscriviti alla nostra newsletter per essere sempre aggiornato.

Lo scorso marzo Samsung presentava al mondo il suo Cinema Screen, uno schermo led da usare nei teatri in maniera permanente, così da ridurre sempre più l’uso dei proiettori. A soli quattro mesi di distanza, il primo esemplare è già realtà all’interno di una sala della Lotte Cinema World Tower in Sud Corea, dove l’immenso display da 10,3 metri ha trovato la sua casa ideale. La tecnologia supporta il 4K ma anche la visione HDR, che permette di ottenere un miglior contrasto tra i colori, rendendo più nitidi i neri e i bianchi così da far sembrare la scena decisamente più reale. Lo svantaggio? A differenza dei grandi pannelli classici, che partono da circa 13 metri, questo è più piccolo e quindi idoneo ad ambienti non proprio estesi.

Futuro imminente

“Attraverso una visione di colori più ampia e realistica, assieme a un audio complementare e di livello superiore, il nostro Cinema Screen permette agli spettatori di partecipare in maniera più coinvolgente allo spettacolo, facendoli sentire parte stessa dell’opera” – ha detto HS Kim, presidente della divisione Visual Display di Samsung in occasione del taglio del nastro sudcoreano. Sebbene ci vorranno anni prima che una tecnologia del genere possa essere implementata nella maggioranza delle sale, l’arrivo dello schermo a Led segna il primo passo verso la fine di un’era, quella dei videoproiettori. Si tratta di un’evoluzione dovuta per un mercato che è in continuo aggiornamento e sempre alla ricerca di modalità con cui intrattenere meglio le persone. Samsung non ha annunciato altre installazioni del Cinema Screen ma pare che da qui ai prossimi mesi il sistema possa debuttare per eventi estemporanei, come manifestazioni, concerti e gare di eSports.

Leggi anche:  Nvidia accusata di infrangere il copyright per la sua IA