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Una scarsa qualità del sonno aumenta i livelli di proteine tau nel cervello, associate alla demenza e all’Alzheimer

Esiste una correlazione tra l’Alzheimer e la qualità del sonno? I ricercatori dell’università di Washington e Stanford in collaborazione con la Radboud University dei Paesi Bassi, sostengono che chi soffre di una carenza cronica di sonno presenta un rischio maggiore di sviluppare la malattia con il passare del tempo. Il motivo è da ricercarsi nell’aumento delle proteine tau (di cui è stata fotografata per la prima volta la struttura) e amiloide dovuto alle scarse ore di sonno, rilevato attraverso un esperimento su 17 persone sane tra i 35 e i 65 anni che non avevano né disturbi del sonno né disfunzioni cognitive. I partecipanti hanno indossato un braccialetto hi-tech per monitorare le ore di sonno nell’arco di due settimane, quindi hanno trascorso una notte in laboratorio riposando normalmente. A distanza di un mese, sono stati richiamati a dormire nuovamente in laboratorio, ma indossando delle cuffie che periodicamente emettevano suoni di disturbo della fase di sonno profondo, per favorire il passaggio a un sonno più leggero.

Il rischio è per gli insonni cronici

Il giorno seguente alle due notti passate in laboratorio i volontari sono stati sottoposti ad una puntura lombare per prelevare un piccolo campione del liquido che protegge il sistema nervoso centrale (liquor cerebrospinale), per analizzare i livelli delle proteine tau e amiloide, che nei malati di Alzheimer si aggregano in maniera anomala.

I risultati mostrano che dopo una notte di sonno disturbato la proteina beta amiloide sale del 10%, mentre la proteina tau aumenta sensibilmente quando i disturbi del sonno si protraggono per diverse notti, come accaduto ad alcuni partecipanti allo studio che avevano dormito poco con il braccialetto hi-tech.

Tuttavia lo studio non vuole sostenere che basti una sola notte o una settimana insonne per aumentare il rischio di Alzheimer, considerato la piaga dell’epoca moderna e di cui è stata recentemente individuata l’origine nel cervello. «Il vero problema sono i disturbi del sonno cronici», spiegano gli esperti. «Questi potrebbero portare ad un aumento cronico dei livelli di amiloide, che negli studi su animali hanno dimostrato di favorire la formazione delle placche e lo sviluppo dell’Alzheimer».

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