Le cellule staminali nell’ipotalamo governano la velocità di invecchiamento del corpo

La scoperta, effettuata nei topi, è frutta delle ricerche dell’Albert Einstein College of Medicine e potrebbe aprire la strada a nuove soluzioni per contrastare le malattie legate all’età e aumentare la longevità. Anche se l’elisir di lunga vita non è stato ancora inventato, recentemente è stata scoperta la chiave per poter invertire il processo di invecchiamento grazie a un farmaco in grado di riparare il Dna.
Inoltre è stata scoperta una proteina in grado di arrestare l’invecchiamento, mentre l’Ifom di Milano ha rivelato l’esistenza di miracolose molecole anti-invecchiamento.

Lo studio

Lo studio, pubblicato su “Nature”, rivela che la centralina di controllo che regola con quanta rapidità invecchiamo è situata nelle cellule staminali dell’ipotalamo, che era già noto per regolare processi importanti tra cui crescita, sviluppo, riproduzione e metabolismo. In precedenza i ricercatori avevano concluso che l’ipotalamo potrebbe influenzare l’invecchiamento, concentrandosi su un complesso di proteine chiamate NF-kB. “L’infiammazione coinvolge centinaia di molecole, e NF-kB si trova proprio al centro di quella mappa”. La ricerca ha evidenziato che l’attivazione del pathway NF-kB nell’ipotalamo dei topi velocizza l’invecchiamento, come dimostrato da vari test fisiologici, cognitivi e comportamentali. Questo meccanismo può innescare diverse componenti della sindrome metabolica, una serie di problemi di salute che possono portare a malattie cardiache e a diabete, tipiche dell’età avanzata.

Il calo delle staminali accelera l’invecchiamento

Il Dott. Cai e il suo gruppo hanno invece scoperto che bloccando queste proteine nell’ipotalamo del cervello dei topi con il rilascio di ormoni legati alla riproduzione, si poteva rallentare l’invecchiamento e aumentare la longevità media del 20%. Impedire all’ipotalamo di causare l’infiammazione potrebbe quindi aumentare la durata della vita, curando le malattie legate all’età. Ora sono state  scoperte le particolari cellule che controllano l’invecchiamento: una piccola popolazione di staminali neurali adulte, note per essere responsabili della formazione di nuovi neuroni cerebrali.

“La nostra ricerca dimostra che il numero delle cellule staminali neurali dell’ipotalamo declina naturalmente nel corso della vita dell’animale, e questo calo accelera l’invecchiamento”, spiega l’autore senior dello studio Dongsheng Cai, professore di farmacologia molecolare. “Ma abbiamo anche scoperto che gli effetti di questa perdita non sono irreversibili. Ricostituendo queste cellule staminali o le molecole che producono, è possibile rallentare e persino invertire vari aspetti dell’invecchiamento in tutto il corpo”.

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