SAS collega l’intelligenza con le “cose”

La cultura degli analytics guadagna terreno anche in ambito IoT, grazie a sperimentazioni interessanti che promettono numerose applicazioni derivanti dall’incrocio tra analytics, wearable e IoT

 

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Ormai si parla quasi di realtà: quelle che fino a pochissimo tempo fa sembravano visioni immaginarie di un futuro non proprio vicinissimo, si stanno rivelando davvero a portata di mano. Perché l’incrocio fertile tra analytics, wearable e Internet of Things lascia intravedere sviluppi di tutto rilievo. Come quelli di cui racconta a Data Manager, Federico Alberto Pozzi, senior solutions specialist IMM & Analytics di SAS, e che vede un ampio uso dei dati provenienti dai wearable per immaginare nuovi interessanti utilizzi. Un team italiano in SAS ha infatti in corso sperimentazioni con alcuni bracciali simili ai fitness tracker, molto diffusi negli ultimi tempi: «Tramite l’applicazione di advanced analytics sui dati registrati dai dispositivi, come temperatura corporea, il battito cardiaco, impedenza della pelle e il flusso sanguigno, abbiamo sviluppato un modello in grado di determinare perfino l’emozione provata in un determinato momento dall’individuo» – spiega Pozzi.

Utilizzi concreti

Con lo sviluppo degli analytics, si possono oggi tenere sotto controllo numerosissimi dati in tempo reale: «Per rimanere nell’esempio dei bracciali, oggi questi sono in grado di inviare circa 150 diversi tipi di valori al secondo, dai quali noi, con le nostre soluzioni di analytics, possiamo ricavare dashboard con modelli di analisi sempre più sofisticati» – spiega Pozzi. Con utilizzi concreti che volendo possono avere come unico limite la fantasia, «nel caso della “emotion recognition”, potremmo pensare per esempio a un uso in ambito retail, attraverso proposte di acquisto fatte in un momento in cui l’emozione è positiva» – fa notare Pozzi, aggiungendo però che «in questo caso si tratterebbe forse più di una provocazione che di altro» – mentre «nell’ambito della Sanità possiamo invece pensare ad applicazioni molto utili, visto che con modelli di analisi adeguati si può per esempio riconoscere se qualche valore si sta discostando dalle medie recenti, e di conseguenza allertare qualche modalità di soccorso in maniera preventiva, oppure disporre un’analisi più approfondita anche con sistemi di intelligenza artificiale».

Analytics anche in cloud

Il cuore dell’intero sistema diventa il data center al quale arrivano i flussi di informazioni e sul quale è installato il framework di streaming analytics, in questo caso la soluzione SAS Event Stream Processing, attraverso la quale è possibile eseguire modelli di advanced analytics. Questo tipo di analisi avanzate possono essere svolte anche in cloud, tramite la nuova architettura SAS Viya sulla quale si appoggiano tutte le soluzioni di visual data mining e di machine learning. Quello che è interessante notare, prosegue Pozzi, è che «le applicazioni innovative che stiamo sperimentando non riguardano solo la Sanità, ma anche altri settori, come per esempio l’ambito Industria 4.0, in cui i wearable possono rivelarsi di grande utilità per la sicurezza dei lavoratori, oppure nell’area Insurance, con la possibilità di realizzare polizze davvero personalizzate individualmente». Rimane però un concetto di fondo da tener presente, oggi che il mondo si sposta sempre più verso l’IoT: presi in sé, i wearable o gli altri sensori dell’Internet of Things non hanno valenza strategica se non sono inseriti in un sistema di analytics che permetta di trarre vero valore dal flusso dei dati. Ma Federico Alberto Pozzi nota una crescita «nella cultura degli analytics anche in ambito IoT, dove la percezione della loro irrinunciabilità sta davvero cominciando a guadagnare sempre più terreno».

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