Solo un adulto su sei è davvero intollerante

Non è la prima volta che la ricerca scientifica punta il dito contro la tendenza sempre più diffusa di adottare una dieta gluten free pur non essendo affetti da celiachia, malattia che si può diagnosticare con un semplice esame del sangue.
Questa volta ad occuparmi di questo tema è uno studio coordinato dai professori Marjorie Walker e Michael Porter, docenti presso la Scuola di patologia anatomica dell’ateneo australiano, che ha reclutato un gruppo di volontari che sostenevano di essere intolleranti al glutine, sostanza presente in prodotti comuni come pasta, pizza e pane. I partecipanti lamentavano sintomi vari, dai disturbi gastrointestinali a quelli neurologici, ama anche problemi reumatologici e dermatologici. Dolori addominali e gonfiore di stomaco, nausea, mal di testa, riniti allergiche e depressione sono alcuni dei disturbi segnalati.

Una dieta 17 volte più costosa

L’esperimento ha portato Walker e colleghi a concludere che solo una piccola parte dei partecipanti presentava davvero problemi legati all’intolleranza al glutine, che va comunque distinta dalla celiachia vera e propria. E’ emerso anche che solo un adulto su sei che dice di essere intollerante manifesterebbe davvero i sintomi della condizione.

Lo studio mette in luce come questo regime dietetico, oltre ad essere 17 volte più costoso, comporta dei rischi reali per chi ne abusa: si va dal rischio di carenze vitaminiche all’aumento del rischio di sviluppare patologie cardiovascolari come ipertensione, ictus e infarto. Una dieta senza glutine alzerebbe anche il colesterolo e favorirebbe l’obesità, in quanto questo regime alimentare è molto ricchi di carboidrati. Inoltre questa alimentazione potrebbe risultare dannosa soprattutto ai bambini, causando pericolose carenze alimentari e un aumento dell’apporto di grassi e calorie, peggiorando le condizioni generali di salute.

Leggi anche:  Soffrire di insonnia: il problema di un italiano su tre