Facebook ci spia attraverso il microfono? L’azienda nega

facebook contro le fake news
Facebook ha allestito nuovi strumenti per combattere la diffusione di fake news

Facebook si difende dall’accusa di utilizzare il microfono di smartphone e PC per ascoltare le conversazioni degli utenti a scopo di marketing

La pubblicità è la prima fonte di reddito per Facebook. Di fatto il social network è la realtà più importante sotto il profilo del marketing, seconda forse solamente a Google. Per targettizzare gli utenti, la multinazionale di Menlo Park utilizza vari strumenti che gli consentono di proporre contenuti il più possibile personalizzati e adatti ai loro interessi. A volte però l’azienda di Menlo Park non fa le cose con il massimo della trasparenza come nel caso della sperimentazione sulla reazione dei suoi iscritti ai post di carattere negativo. Negli anni si è molto parlato della possibilità che Facebook ci spii attraverso il microfono di smartphone e PC e oggi queste accuse sono tornate alla ribalta.

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E’ stato il giornalista statunitense PJ Vogt di Reply Hall a rilanciare l’indiscrezione con un tweet: “Credete che Facebook utilizzi il vostro microfono a scopo di marketing?”. Si diceva che questa non è la prima volta che il social network finisce nel vortice delle critiche per questo motivo e in passato lo stesso co-fondatore della piattaforma, Mark Zuckerberg, non ha aiutato a fugare ogni dubbio. Negli anni ci sono state diverse prove che il microfono possa essere davvero la chiave attraverso cui Facebook spia le nostre conversazioni. La scorsa estate una coppia americana ha pubblicato su YouTube un video piuttosto inquietante. Nel filmato viene spiegato come i due abbiano provato a parlare di argomenti che di solito evitano, nello specifico di gatti, a poca distanza dal proprio iPhone. Dopo poche ore sull’app di Facebook sono apparsi annunci e contenuti consigliati relativi proprio ai gatti. La coppia ha riprovato l’esperimento con altri temi di conversazione ottenendo lo stesso risultato. Diversi esperti comunque concordano che si tratti di un semplice fenomeno di suggestione più che di uno stratagemma di Facebook.

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L’azienda questa volta ha quindi voluto rispondere ufficialmente alle accuse tramite il vicepresidente della divisione Pubblicità, Rob Goldman. “Io mi occupo delle strategie di marketing e posso dire che non abbiamo mai fatto uso, né mai faremo, del microfono degli utenti per diffondere banner individuali”, ha scritto il manager su Twitter.