Allarmanti i dati pubblicati da Lancet risultato di un progetto biennale condotto da vari paesi del mondo

L’inquinamento atmosferico miete un numero sempre maggiore di vittime in ogni parte del globo. Si parla addirittura di quasi 9 milioni di morti l’anno, secondo i numeri relativi al 2015 riferibili all’inquinamento e che emergono dai risultati di un progetto resi noti solo ora sulla rivista “The Lancet”.

I tipi di inquinamento più letali

Il principale responsabile dei decessi è l’inquinamento atmosferico, ovvero smog, particelle nell’aria ma anche inquinamento da uso domestico di combustibili fossili: questo tipo di inquinamento è responsabile di 6,5 milioni di morti l’anno, soprattutto per malattie cardiovascolari e respiratorie.

Secondo in classifica per pericolosità è l’inquinamento idrico, responsabile di 1,8 milioni di decessi annui, soprattutto per infezioni gastrointestinali, parassiti, diarrea. Segue l’inquinamento legato all’ambiente di lavoro (da tossine e sostanze chimiche) con 0,8 milioni di morti annui (specie per tumori).

Diversi studi hanno dimostrato che respirare smog abbassa sensibilmente l’aspettativa di vita media (si parla di 10 anni) e secondo una ricerca dell’Università di Torino l’inquinamento sarebbe responsabile persino di mutazioni genetiche e alterazioni del DNA. Del resto gli effetti negativi dell’inquinamento urbano sulla salute sono ormai noti: oltre a peggiorare le condizioni di chi soffre di attacchi d’asma, lo smog, che nelle grandi città viene respirato dall’80% della popolazione, danneggia persino i denti e accelera l’invecchiamento della pelle. Sembra inoltre che le sostanze inquinanti sono tossiche per i neuroni e danneggino il cervello, soprattutto dei bambini.

Più morti nel Sud del mondo

La rivista The Lance ha ora diffuso i risultati di questo drammatico bollettino, che fa parte della Commission on Pollution and Health, un progetto biennale che ha coinvolto oltre 40 autori di vari paesi del mondo. Utilizzando dati del Global Burden of Disease, è emerso che la maggioranza delle morti è localizzata nel Sud del mondo, in Paesi come India (2,5 milioni di morti in un anno) e Cina (1,8 milioni), trasformati da un processo di industrializzazione troppo rapido. Del resto le forme di inquinamento associate allo sviluppo industriale come l’inquinamento atmosferico ambientale (incluso l’ozono), l’inquinamento chimico, occupazionale e del suolo, oggi più vittime rispetto al passato: si è passati da 4,3 milioni nel 1990 a 5,5 milioni nel 2015.

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