Uno studio italiano apre la strada all’utilizzo di una nuova terapia per bloccare il melanoma e altri tumori

Nuove speranze per contrastare il melanoma, uno dei tumori più aggressivi e di cui solo in Italia si registrano ogni anno 14 casi ogni 100mila uomini. Uno studio italiano pubblicato da Jama Oncology ha infatti rivelato come l’utilizzo del propanololo, un farmaco molto economico e sicuro che si usa normalmente per l’ipertensione, potrebbe riuscire a bloccare la progressione del melanoma.

Melanoma ridotto dell’80%

“In pratica ci siamo accorti che avevamo pazienti ‘long survivors’ con melanomi molto aggressivi – spiega Vincenzo De Giorgi del Dipartimento di Scienze Dermatologiche Università degli Studi di Firenze, primo autore dello studio tutto italiano – e abbiamo notato che tutti avevano ipertensione e altre patologie per cui sono indicati i farmaci beta bloccanti. Per avere una conferma abbiamo iniziato ad usare questo farmaco su diversi pazienti una volta scoperto il tumore, e abbiamo visto che la progressione del melanoma si riduce dell’80% senza effetti collaterali”.

Come funziona il farmaco

La ricerca ha analizzato 53 pazienti, di cui 19 trattati con il propanololo, uno dei principali beta bloccanti. Tre anni dopo il 41% dei pazienti non trattati aveva avuto una progressione della malattia, contro il 16% degli altri.

“Ora inizieremo un esperimento in doppio cieco per avere un dato più forte ma questo studio è molto promettente – conferma De Giorgi – al punto che altri gruppi stanno studiando il possibile effetto dei beta bloccanti su diversi tumori”. Esistono due ipotesi sul funzionamento di questo farmaco: ”una è legata allo stress a cui sono sottoposti i pazienti, che provoca il rilascio di adrenalina che favorisce la comparsa dei tumori, e i cui recettori sono bloccati dal propanololo. Inoltre questa classe di farmaci va ad impedire la vascolarizzazione del tumore, una condizione necessaria per la crescita. Il risultato è che il tumore diventa una malattia cronica, per cui si e’ necessario utilizzare il betabloccante per un lungo periodo ma senza gli effetti negativi dei farmaci biologici”.

   

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