Samsung blinda la mobilità B2B

Con Knox che migliora la gestione dei dispositivi mobili e delle applicazioni aziendali e DeX che trasforma ogni spazio in un luogo di lavoro, Samsung lancia la sfida sul terreno della sicurezza dell’enterprise mobility per rispondere alle esigenze dell’IT

L’innovazione è il propellente che alimenta il flusso di vitalità del gigante sudcoreano. In concomitanza con il lancio del nuovo Galaxy Note 8, l’occasione è propizia per riparlare di Knox – la suite di soluzioni con una vocazione spiccata per il mondo della sicurezza – e di DeX per trasformare ogni spazio in un luogo di lavoro e di molto altro. Knox è una soluzione per Android così sicura che è stata adottata da organi governativi tra cui il Pentagono. «Sempre più spesso nelle gare di appalto ci veniva richiesto che i telefoni fossero dotati di un ambiente sicuro dentro al quale far risiedere una serie di applicazioni strategiche, particolarmente sensibili» – racconta a Data Manager Antonio La Rosa, head of IM B2B di Samsung Electronics Italia. «Abbiamo quindi messo in campo tutte le nostre risorse per sviluppare un’applicazione vincente. Uno sforzo che ci ha consentito non solo di vincere diverse gare – e di ottenere un set importante di certificazioni in ambito governativo – ma di creare al contempo un prodotto di successo dotato di una serie di feature innovative.

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Funzionalità per il business

«Con Knox le aziende hanno a disposizione un’area riservata separata rispetto all’utilizzo personale del telefono. Gestibile in maniera autonoma. Pensiamo alla rilevanza che gli smartphone rivestono oggi nelle aziende» – continua Antonio La Rosa. «Fatto 100 il tempo di utilizzo del cellulare, solo il 20 per cento viene impiegato per telefonare. Il rimanente è assorbito da altre attività: consultare la posta, accedere ai programmi aziendali e socializzare. Non è un caso che il processo decisionale per il loro acquisto, un tempo relegato all’ufficio acquisti, oggi ha come protagonisti i CIO, coloro cioè che hanno la responsabilità di mettere in sicurezza un oggetto potenzialmente pericoloso per l’azienda». Fenomeni che hanno convinto Samsung a trasformare Knox in un brand, incorporando tutta una serie di funzionalità – tra le altre Configurator, Mobile Enrollment e EFOTA – specifiche per il business. «Knox Configurator dà alle aziende la possibilità di personalizzare il proprio dispositivo. Non solo dal punto di vista estetico – wallpaper, accensione/spegnimento personalizzati – ma in termini di settaggi e applicazioni da precaricare. L’IT infatti ha la possibilità di creare un’immagine personalizzata del telefono che include tutte le applicazioni utilizzate all’interno dell’azienda. Immagine che una volta attestata sui nostri sistemi, viene automaticamente scaricata alla prima accensione del telefono» – spiega Antonio La Rosa. Un meccanismo del tutto simile a quello sperimentato con successo nel campo della virtualizzazione di desktop e server, e che lascia all’IT tutta la libertà di costruire la matrice della configurazione standard dei dispositivi in base alle proprie necessità. Con la possibilità, nel caso, di ricevere anche un supporto dedicato.

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Velocità e personalizzazione

«Solo un numero limitato di partner certificati Samsung sono abilitati a vendere e gestire Knox» – continua Antonio La Rosa. «System integrator di prima grandezza o corporate reseller specializzati in sicurezza. Che oltre alla possibilità di veicolare commercialmente le licenze Knox hanno accesso diretto ai server sui quali Knox è installato. Naturalmente, le aziende hanno a disposizione tutti gli strumenti per gestire in autonomia gli asset aziendali. Come nel caso di sostituzioni dei dispositivi. Attività per cui basterà togliere dai sistemi quelli da eliminare, sostituire il nuovo IMEI e attendere che al primo riavvio il telefono riceva i settaggi standard. Fino a ieri – mette in evidenza Antonio La Rosa – attività come queste venivano fatte sul singolo cellulare. Con un dispendio notevole di tempo e risorse. Oggi, Configurator automatizza lo staging del parco dispositivi. Nella versione standard, permette la personalizzazione one-time del dispositivo. Dynamics invece offre la possibilità di effettuare tutte le modifiche che si vogliono alla configurazione di partenza lungo tutto il ciclo di vita dell’asset».

Aggiornamento del firmware

Configurator si integra con Knox Mobile Enrollment, altra feature, ci dice il manager Samsung, assai apprezzata. «Anzitutto perché riduce di parecchio i tempi di roll-out. Una volta definito l’agent da installare (Mobile Iron, AirWatch, etc.), Mobile Enrollment offre la possibilità di caricare la lista di IMEI sui server e far partire l’installazione all’accensione. Senza bisogno di alcun intervento né dell’utente né da parte dell’azienda». L’offerta di Samsung B2B comprende anche EFOTA (Enterprise firmware over the air), un’applicazione che consente di gestire l’aggiornamento del firmware dei telefoni in maniera selettiva. Un’attività, come ben sanno i tecnici IT, solo in apparenza di routine. Foriera al contrario di problemi anche seri. «Di norma, quando viene rilasciata una nuova versione di Android, l’aggiornamento viene scaricato in automatico sui telefoni. Così come le stesse applicazioni, prima di una release del sistema operativo, potrebbero a loro volta aggiornarsi in automatico» – spiega Antonio La Rosa. Quando però parliamo di software aziendali, applicazioni sviluppate magari ad hoc, non aggiornabili tempestivamente come quelle commerciali, la possibilità di certificare l’aggiornamento del firmware, prima della distribuzione sugli smartphone – afferma Antonio La Rosa – rappresenta per molte aziende una opportunità da non lasciarsi scappare. «Accessibile in maniera semplice, anche in questo caso, in prima battuta attestiamo la lista degli IMEI che accederanno al servizio EFOTA. Dopodiché CIO o CTO, ricevuto l’aggiornamento, lo verificano. Una volta certificato, magari a distanza di mesi, si procederà alla sua attestazione sui server per l’aggiornamento ai dispositivi in uso».

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Soluzioni base per la gestione dei device

Stretto da un lato dalla necessità di rispondere a un mercato che cerca valore, sensibile non solo alle lusinghe del pricing di prodotto, si conferma legato a doppio filo con l’offerta di soluzioni all’altezza delle mutate esigenze del business. «L’offering con cui oggi ci presentiamo al mercato, dando per acquisito che i clienti sanno che costruiamo smartphone al top per tecnologia e prestazioni, è proprio questa» – ci conferma Antonio La Rosa. «Prospect e clienti vogliono capire come con un oggetto del genere si possono risolvere una serie di problematiche, continuando a fare bene il proprio business. Il nostro approccio di conseguenza si traduce in prima battuta nella proposta di soluzioni base di gestione dei device. Successivamente, a seconda delle esigenze, proponiamo la possibilità di accedere a tutta una serie di soluzioni di terze parti, certificate attraverso una struttura interna, che rispondono a esigenze concrete di produttività».

DeX estende l’esperienza desktop allo smartphone

Un approccio esteso anche all’ambito desktop. «Prendiamo DeX, la nostra docking station che trasforma il telefono in un pc a tutti gli effetti. Per favorirne la diffusione abbiamo siglato accordi con partner del calibro di WMware, Citrix, Microsoft. Perché vogliamo che diventi sempre più semplice per i nostri clienti avere la possibilità di portarsi in tasca il proprio pc. DeX, abbinato a un agent VMware, permette già oggi di puntare la mia macchina virtuale sui server. In questo modo, grazie a Microsoft 365 ho sempre la possibilità di lavorare con qualsiasi applicazione della suite Office, proprio come se mi trovassi davanti al mio pc. E con un’esperienza di utilizzo e fluidità dei dati praticamente identica a quella che otterrei con un pc tradizionale». La Rosa sottolinea altresì l’elevato livello di flessibilità nella gestione dei device rispetto ad altri vendor. In particolare, in termini di sviluppo di applicazioni verticali. Garantito agli sviluppatori dall’accesso ad API (application programming interface – interfaccia di programmazione di un’applicazione), e SDK (software development kit). «Applicazioni che non riguardano solo smartphone e tablet. E che ormai fanno parte dell’ecosistema dei nostri prodotti.

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Device consumer per veicolare applicazioni business

«I wearable sono l’esempio tipico. Un caso su tutti è quello di FCA Group dove abbiamo utilizzato dei tradizionali Gear, anche in questo caso blindati con Knox, in grado di parlare direttamente con gli ERP di produzione dello stabilimento. Strumenti che mettono in condizione gli addetti alla catena di montaggio, di svolgere tutta una serie di check, direttamente dal loro polso senza uscire dall’autovettura. Innovazione che ha portato a un aumento della produttività in FIAT e innalzato la qualità del lavoro del personale. Particolare interessante, oltre a queste funzionalità, il dispositivo dispone di una checklist di sicurezza che ricorda all’addetto una serie di operazioni da svolgere prima di intraprendere una certa attività. Piccole cose, nessuna pretesa di sostituirsi al personale preposto alla sicurezza. Ma utili». Un esempio, tra i tanti – conclude Antonio La Rosa – che testimonia la validità dell’approccio di Samsung. «Un gradino avanti rispetto ai concorrenti, nell’utilizzo dei terminali consumer per veicolare applicazioni business».