La proteina è in grado di migliorare l’efficacia delle cure e ridurre gli effetti collaterali

Nuove speranze per le donne colpite da cancro al seno arrivano dal Centro di Biotecnologie Molecolari dell’Università di Torino, dove è stata scoperta una proteina che sarà in grado di migliorare le terapie contro questo tipo di tumore, di cui si contano circa 48mila nuovi casi ogni anno e solo in Piemonte causa la morte di 1.000 donne all’anno. 

Un nuovo marcatore

Questa scoperta è stata preceduta pochi mesi fa da quella di una proteina in grado di limitarne la crescita e di diminuirne le capacità di originare metastasi: la “p140Cap”, individuata sempre dallo stesso dipartimento, che ha pubblicato uno studio in merito sulla rivista Nature. Oggi a identificare il nuovo marcatore – PI3K-C2 alfa – sono i ricercatori, Federico Gulluni, Miriam Martini e Chiara De Santis. Lo studio, condotto dal gruppo di ricerca guidato dal professor Emilio Hirsch e finanziato dall’Airc (Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro), è stato pubblicato sulla rivista scientifica Cancer Cell.

Questa eccezionale scoperta consentirà di scegliere più accuratamente le pazienti a cui somministrare i tassani, molecole che derivano dalle foglie dell’albero di tasso.

La proteina gioca un ruolo chiave nel controllo dei ‘binari’, i microtubuli su cui i cromosomi si muovono quando la cellula si divide. Con il cancro al seno si verifica una diminuzione della proteina PI3K-C2 alfa, che determina un cattivo funzionamento dei microtubuli e il conseguente aumento della sensibilità a farmaci che interagiscono questi ultimi.  La scoperta rappresenta un passo avanti molto importante nella lotta contro questa forma di cancro, che sembra colpisca di più le donne obese e quelle con tanti nei. E’ stato calcolato che il tumore al seno colpisce una donna  su sette e recentemente è stata messa a punto un’innovativa pillola in grado di illuminarlo, rendendolo visibile.

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