Si chiama “nitrosinaptina” e potrebbe essere efficace contro multiple forme della malattia

Nuove speranze si accendono per le persone affette da autismo: è stato scoperto un nuovo farmaco che potrebbe curare quasi tutte le forme della patologia, che ora è possibile diagnosticare con una risonanza già a 6 mesi di vita.

Il farmaco si chiama “nitrosinaptina” ed è stato testato sui topi ripristinandone il corretto funzionamento dei neuroni e comportamenti normali, infine ha portato alla normalizzazione delle anomalie cerebrali tipiche della malattia. Questo disturbo cognitivo, di cui di recente è stato individuato il gene scatenante, non è causato dai vaccini, come si credeva erroneamente un tempo, ma i suoi fattori di sviluppo sono già presenti durante la gestazione. La ricerca è frutto di una collaborazione di più enti ed è stato condotto da Stuart Lipton, presso The Scripps Research Institute di La Jolla (California). Dopo i test sugli animali, potrebbero iniziare a breve studi clinici sui primi pazienti.

Un farmaco che normalizza i comportamenti autistici

“Pensiamo che questo candidato farmaco possa essere efficace contro multiple forme di autismo”, sostiene Lipton. La nitrosinaptina funziona riequilibrando uno sbilanciamento dell’attività eccitatoria dei neuroni rispetto all’attività insufficiente dei neuroni inibitori, riducendo quindi l’eccesso di attività neurale. Gli esperimenti su topi autistici hanno messo in luce che, una volta ripristinato il corretto equilibrio tra stimoli eccitatori e inibitori dei neuroni, gli animali tornano a comportarsi normalmente non mostrando più tratti comportamentali di tipo “autistico”.

L’azione specifica di questo tipo di farmaco lo rende potenzialmente adatto per molte forme di autismo, spiega Lipton. I test preliminari in laboratorio su cellule di pazienti autistici sono stati promettenti e quindi i ricercatori sono ottimisti a riguardo.

La ricerca è supportata anche da associazioni di genitori che si sono uniti anche in un gruppo Facebook e il farmaco è stato studiato con successo, anche se ancora in fase sperimentale, anche contro l’Alzheimer.

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