Uno studio ha individuato un possibile legame tra i disturbi dell’udito e la demenza

Un deficit uditivo potrebbe influire negativamente anche sulle capacità cognitive, spiega Stefano Di Girolamo, ordinario di Audiologia del Policlinico di Tor Vergata di Roma. Sentire poco non solo può compromettere la qualità della nostra vita quotidiana, ma ci esporrebbe a maggiori rischi di sviluppare la demenza senile.

Fino al 30% di rischio in più

A mettere in luce questa correlazione sono alcuni studi che rivelano come le persone affette da ipoacusia, che consiste in una diminuita percezione uditiva dei suoni rispetto a un normoudente, presentino un rischio rispettivamente 2, 3 e 5 volte più elevato di sviluppare deficit cognitivi a seconda della gravità del deficit uditivo. I difetti di udito possono influenzare negativamente altre abilità cognitive anche di oltre il 30% e a farne le spese sono soprattutto l’attenzione, la memoria e le capacità strategico-esecutive.

Sono 8 milioni le persone in Italia affette da ipoacusia, soggetti che non hanno perso l’udito ma ne hanno subito una diminuzione con ripercussioni significative anche sul piano sociale. Tenendo in considerazione l’aumento della longevità, i pazienti affetti da ipoacusia sono destinati ad aumentare, ma sono pochi quelli che si avvalgono di protesi acustiche per sentire meglio. La prima protesizzazione negli adulti oggi avviene a 75 anni contro una media europea pari a 60,5.

Pigrizia e paura dei pregiudizi

Oltre a ragioni di carattere economico, anche altri fattori quali a pigrizia e la paura dei giudizi concorrono a trascurare questo problema. Per proteggere e preservare più a lungo possibile l’udito è importante non trascurare i primi segnali di allarme, recandosi da uno specialista che seguirà un esame audiometrico per verificare lo stato della funzione uditiva e trattare l’ipoacusia con la prescrizione della terapia più adeguata, se necessario con il supporto di apparecchi acustici oppure con operazioni chirurgiche. Secondo uno studio l’uso prolungato ed eccessivo di aspirine e antidolorifici rischierebbe di compromettere seriamente l’udito.

Ll’Organizzazione mondiale della sanità ha stimato che sono 360 milioni le persone nel mondo che presentano una diminuzione dell’udito, con un costo per l’economia globale pari a 750 miliardi di dollari; 47 milioni invece sono invece le persone affette da una forma di demenza.

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