Febbre Bitcoin, in Estonia arrivano gli estcoin

Il paese tra i più digitalizzati al mondo è la prima nazione a supportare ufficialmente una criptovaluta. Arriverà nel 2018 e non violerà le norme della Banca Centrale Europea

Le prime indiscrezioni erano arrivate già lo scorso agosto. L’Estonia, paese leader nell’offerta di servizi digitali ai propri cittadini, aveva espresso l’intenzione di creare la propria moneta crittografica, sulla scia del successo dei Bitcoin, Ora la notizia è ufficiale, tanto che Kaspar Korjus, direttore del programma statale e-residency, ha affermato come gli Estcoin diverranno realtà nel corso del 2018. Per rendersi conto di quanto sia lungimirante e avanzato il progetto estone, basti pensare che anche se il parere della Banca Centrale Europea non è così positivo, gli Estcoin non andranno a sovrapporsi all’euro, visto che saranno trattati tecnicamente come token e non una vera valuta. In questo modo, l’attività non violerà le norme e le leggi interne e nemmeno quelle europee in materia finanziaria. Per fare un piccolo esempio, possiamo considerare gli Estocin come una sorta di tecnica del baratto, la cui forma più futuristica è oggi quella delle monete complementari, tra cui l’italiana Sardex.

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Cosa succede

Ad ogni modo, visto l’elevato livello di digitalizzazione interna, l’obiettivo dell’Estonia è quello di porre gli Estcoin come merce di scambio privilegiata per alcuni servizi pubblici. In tal caso, anche la ferrea burocrazia continentale potrebbe lasciar andare il programma, permettendo alle persone di sostenere costi amministrativi tramite il token. In un certo senso, è come se all’identità digitale di ogni individuo, corrisponda un portafoglio con un certo numero di Estcoin, da sfruttare per pagare spese legate all’amministrazione, come bolli e multe e, ma non è detto, allargarsi poi a transazioni più ampie, che includano anche beni e attività fornite dai privati. A quel punto però ci si andrebbe a scontrare davvero con la regolamentazione europea, che per voce di Mario Draghi ha già fatto sapere: “Nessuno stato membro può crearsi la propria moneta”.

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