Messa a punto una nuova arma per attaccare Hiv, ebola e molti altri virus

«Si tratta semplicemente di adescare il bersaglio e dargli un bacio della morte». Così viene descritta la nuova rivoluzionaria tecnica inventata dai ricercatori dell’Università di Torino che lavorano all’ospedale San Luigi per mettere KO virus come l’Hiv, la Dengue e l’Ebola.

Il team ha operato in collaborazione con i colleghi svizzeri dell’Ecole Polytechnique Federale de Lausanne, arrivando a brevettare la propria innovazione tecnologica.

Virus attirati con l’inganno

L’idea è quella di costruire nanoparticelle d’oro sopra cui vengono applicate molecole chimiche che spingono i virus a scambiare questi “oggetti” creati dall’uomo per delle cellule bersaglio.

Una volta attirato, il virus, viene legato dalla nanoparticella che lo elimina.

«Ed ecco il bacio della morte con cui eliminare un virus che si è attirato con l’inganno – spiega David Lembo, ricercatore che ha guidato il gruppo di Torino e docente di Microbiologia e Microbiologia Clinica del dipartimento di Scienze Cliniche e Biologiche -. Il risultato è arrivato dopo tre anni di studio e per convertire questa scoperta in farmaci per i pazienti ci vorranno ancora tre anni. Questo successo, però, non ci sarebbe mai stato se non avessimo messo studiosi delle discipline più diverse seduti allo stesso tavolo». 

Perché è stato scelto l’oro?

«Le nanoparticelle sono state costruite con strumenti sofisticati ma quello che ci mancava era capire come distruggere il virus, una volta che lo avevamo attirato e legato – spiega Lembo -. Ci siamo riusciti grazie alle molecole chimiche applicate sopra le particelle artificiali». Resta da comprendere il motivo della scelta dell’oro rispetto ad altri elementi chimici. La risposta arriva tempestiva dal ricercatore, che ci spiega che l’oro «uno dei metalli maggiormente biocompatibili. Adesso, però, stiamo lavorando per sostituirlo con materiali biodegradabili che meglio si prestano ad una futura applicazione farmacologica». 

«La lista dei virus capaci di infettare l’uomo e uccidere milioni di persone ogni anno è molto lunga ma i farmaci disponibili sono pochi – afferma David Lembo -. Inoltre quelli attuali agiscono esclusivamente su un tipo di virus, a differenza degli antibiotici che possono agire contro un’ampia gamma di batteri. La prima applicazione che mi viene in mente per questa nuova tecnologia è la produzione di gel che rendano più sicuri i rapporti sessuali». I tempi tecnici per arrivare a questo risultato sono di circa 3 anni, passando necessariamente attraverso la sperimentazione sull’uomo.

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