Sperimentato per la prima volta sull’uomo un farmaco innovativo contro il tumore al fegato

Nuove speranze per la lotta contro uno dei tumori maligni più temuti e più frequenti, l’epatocarcinoma, che colpisce il fegato. Sarebbe infatti passato alla sperimentazione sull’uomo il vaccino IMA970A, che coinvolge in Italia oltre all’ospedale di Negrar (in collaborazione con l’Università dell’Insubria), anche l’Istituto Nazionale Tumori Pascale di Napoli.

La sopravvivenza a 5 anni è del 20%

La sperimentazione è riservata ai pazienti con epatocarcinoma in fase iniziale, che sono candidati ad un trattamento locale: intervento chirurgico, termoablazione o ablazione mediante radiofrequenza e microonde, chemioembolizzazione e radioembolizzazione. Questi percorsi terapeutici infatti possono sì portare a una distruzione del tessuto vitale del tumore, ma con il passare del tempo la malattia è destinata a ripresentarsi, peggiorando nella maggior parte dei casi. Lo scorso anno l’epatocarcinoma ha fatto registrare in Italia 13mila nuovi casi e che nel mondo ha un’incidenza di 750mila casi all’anno, tanto che la sopravvivenza a cinque anni dalla diagnosi è del 20%. L’obiettivo è quellodi valutare la tollerabilità del vaccino e verificare se questo, somministrato dopo la regressione della malattia ottenuta con il trattamento locale, possa effettivamente migliorare la prognosi, aumentano le possibilità di sopravvivenza.

Come si somministra il vaccino?

Il trattamento inizia con un’unica infusione endovenosa di una bassa dose di ciclofosfamide (un farmaco chemioterapico con funzione immuno-modulante). Dopo pochi giorni viene iniziata la vaccinazione vera e propria che consiste nella somministrazione intradermica (con ago sottile, a livello della cute del braccio) sia del vaccino IMA970A che di una sostanza adiuvante (per potenziare l’immunogenicità del vaccino e che contiene RNA). Sono previste 9 somministrazioni totali intradermiche del vaccino: le prime 4 vengono effettuate ogni settimana e le altre 5 ogni tre settimane.

Questo iter viene seguito anche in Germania, Spagna, Francia, Belgio e Gran Bretagna e tutti i centri fanno riferimento allo studio internazionale di fase I-II HEPAVAC-101, che è stato sviluppato per valutare la tollerabilità e l’efficacia del nuovo vaccino.

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