Il gaming disorder introdotto dall’Oms nella classifica delle malattia riconosciute

La mania dei videogiochi è un fenomeno in espansione che assume proporzioni sempre più preoccupanti (ad Amsterdam esiste persino un hotel per gamer), soprattutto tra i preadolescenti che sono vittime della cosiddetta “insonnia digitale”. Ecco perché l’Organizzazione mondiale della salute (Oms) ha dichiarato che il gaming disorder sarà ufficialmente inserito nelle prossime settimane nell’International Classification of Disease, nell’11esima edizione della classifica.
Nel post con cui l’Oms lo annuncia compare il dettaglio delle caratteristiche della patologia, che si contraddistingue per la mancanza di controllo sul gioco, una crescente priorità data a giocare su altre attività e interessi quotidiani e l’aumento del tempo dedicato al gaming, nonostante le conseguenze negative. Uno studio canadese dell’Università di Montreal ha infatti messo in luce i rischi legati al trascorrere troppe ore giocando ai videogiochi, che favorirebbero l’insorgenza del morbo di Alzheimer.

Quando di può parlare di “gaming disorder”

L’Oms stabilisce inoltre che perché si possa diagnosticare una dipendenza da videogiochi, i “sintomi” devono manifestarsi in modo da impattare da almeno 12 mesi in modo negativo sulla vita familiare, personale, sociale, di studio o di lavoro.
Sono numerosi in Paesi in cui la dipendenza da videogiochi è già considerata una malattia, che viene affrontata con veri e propri percorsi terapeutici. Alla luce di questa preoccupante diffusione del fenomeno è fondamentale che l’Oms l’abbia inserita nell’elenco delle patologie, favorendo così la raccolta dei dati, le elaborazioni di statistiche e trend e lo sviluppo di metodi uniformi per la diagnosi e la cura.

Leggi anche:  Il Gruppo LEGO lancia il nuovo set LEGO Technic Mars Rover Perseverance

Una decisione fondamentale

Questa decisione rappresenta anche un incentivo per gli Stati ad elaborare linee guida nazionali e stanziare risorse dedicate, non solo per la cura ma anche per la prevenzione.
Infine l’Oms spiega che la dipendenza colpisce solo una minoranza delle persone che usano i videogiochi, ma è importante che tutti vengano sensibilizzati sui rischi che comporta dedicarsi eccessivamente a questa attività, a discapito delle altre.