YouTube: le nuove policy danneggiano i piccoli canali

La blacklist di Google Ads non è perfetta

Dopo lo scandalo di Logan Paul, la piattaforma introduce nuove norme per la monetizzazione dei video, alzando l’asticella dei requisiti minimi

Sinora chiunque poteva pubblicare video su YouTube attivando la monetizzazione degli stessi. Certo, il processo non era automatico e richiedeva un po’ di tempo, ma la piattaforma di Google non negava quasi mai la possibilità di aprire un account per le revenue pubblicitarie. Sebbene l’opportunità di ricavi per-click sia sempre attiva, la compagnia di Big G ha deciso di controllare più a fondo chi porta a casa cospicui introiti dagli annunci online. Dopo lo scandalo del famoso Logan Paul, che ha caricato un filmato in cui riprende una vittima di suicidio in Giappone, il team ha introdotto alcuni requisiti fondamentali per entrare a far parte dello YouTube Partner Program, che ospita gli utenti di livello superiore.

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Cosa succede

A seguito del cambiamento, solo i canali con almeno 1.000 iscritti e 4.000 ore di visualizzazioni nei precedenti 12 mesi possono essere idonei a ottenere monetizzazioni dagli annunci mostrati nei video. In precedenza, l’unico paletto era quello delle 10.000 page view, da calcolare sul totale dei filmati caricati.

Si tratta di una mossa che danneggia pesantemente i piccoli utenti mentre rafforza ancora di più chi ha già raggiunto una certa notorietà sulla piattaforma. Eppure proprio gli account più grandi hanno dimostrato di aver poco tatto nel rispettare le policy del gruppo. Logan Paul, dopo le critiche al suo upload, è stato rimosso dalla sezione Google Preferred Program e da un paio di speciali presenti su YouTube Red, il servizio che permette di ottenere alcuni vantaggi (video offline, nessuna pubblicità) a fronte di un canone mensile.

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