Individuata mutazione che ne aumenta l’incidenza nel 50% dei casi

Si chiama CHIP il nuovo fattore di rischio che causerebbe attacchi cardiaci improvvisi anche a persone apparentemente sane, un fenomeno che in termini tecnici è conosciuto come emopoiesi clonale di potenziale indeterminato: una mutazione di alcune cellule staminali che andrebbe ad aumentare il rischio di ictus e infarto addirittura del 40-50%.

Spiegate morti improvvise

Questo fattore andrebbe a spiegare i numerosi casi finora inspiegabili di persone giovani e apparentemente in buona salute che sono decedute all’improvviso in modo misterioso. Gli esperti che hanno scoperto la mutazione ritengono che il CHIP sarebbe addirittura un fattore di rischio più pericoloso del colesterolo alto. Il dottor Benjamin Ebert, presidente di oncologia medica presso il Dana-Farber Cancer Institute, è stato il primo a notare il collegamento tra presenza del CHIP e maggior rischio infarto. Esaminando le cartelle cliniche delle persone con queste mutazioni dei globuli bianchi è stato evidenziato un aumento del 54% delle probabilità di morire entro il decennio successivo a causa di un infarto o un ictus rispetto alle persone senza CHIP. Il rischio aumentava addirittura di quattro volte in coloro che avevano già subito attacchi di cuore nell’arco della propria esistenza. Sembra che il CHIP possa essere coinvolto inoltre anche in altre malattie infiammatorie come ad esempio l’artrite.

Una mutazione acquisita

Purtroppo questa mutazione non sembrerebbe una condizione così rara, anzi diventa più probabile con il passare dell’età. Fino al 20% delle persone di più di 60 anni ce l’ha e probabilmente il 50% di coloro che raggiungono gli 80 anni.

Kenneth Walsh, dirigente del centro di biologia ematovascolare presso la facoltà di medicina dell’University of Virginia School, riassume così la situazione: “Sembra che ci siano solo due tipi di persone nel mondo: quelle che presentano emopoiesi clonale e quelle che stanno per sviluppare l’emopoiesi clonale”

Sembra infatti che le mutazioni siano acquisite, non ereditate e ciò probabilmente a causa dell’esposizione a tossine come il fumo di sigaretta e altri inquinanti, riducendo quindi le possibilità di sfuggire da questa condizione. Gli esperti al momento consigliano i test per valutare la presenza di CHIP, in quanto non esiste un percorso preventivo specifico per poter ridurre l’aumento dei rischi di malattie cardiache.

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