La città dei dati è un ecosistema connesso di cose e persone

Lo smart working non è una possibilità
città sempre più smart ma la banca smart è ancora indietro

Come usare i dati per indagare la vera natura del territorio e scoprire le esigenze dei cittadini, anche senza avere un volto o un nome preciso. La città dei dati riflette l’immagine reale che residenti, city users, turisti creano istante per istante

Da anni, diamo ai dati urbani il ruolo di grande trasformatore dell’ambiente in cui viviamo. Diamo loro il ruolo di bene prezioso, materia prima con cui trasformare le nostre anziane economie e la vivibilità dei nostri territori. Ebbene, la città – e i cittadini – smart si aspettano che questi innumerevoli set di dati vengano utilizzati in modo intelligente. Ma come? E da chi? Innanzitutto, dalla PA. Cosa significa allora sfruttare i dati in modo intelligente? Consentitemi un paragone: significa per un amministratore trasformarsi in uno “chef” da stella Michelin in grado di trovare un accostamento alternativo per pomodori e basilico invece di mettere in tavola un classico piatto di spaghetti al sugo. Usare i dati quindi per indagare la vera natura del territorio: per scoprire le abitudini di uso degli impianti sportivi oppure a che ora si svegliano i propri cittadini, a che ora fanno colazione (per esempio, incrociando i dati dell’acquedotto – lo sciacquone, il rubinetto aperto da chi si lava i denti – quelli della società del gas – il caffellatte – con quelli dell’energia elettrica – la tivù accesa sulle notizie del mattino).

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Conoscere le esigenze dei propri cittadini per scoprire le loro abitudini, anche senza avere un volto o un nome preciso di fronte: la città dei dati riflette l’immagine reale che residenti, city users, turisti creano istante per istante. L’uso delle tecnologie può quindi migliorare la capacità di una località di raggiungere i propri obiettivi, fornire risposte rapide e personalizzate alle esigenze dei cittadini, delle imprese, e del governo del territorio. Il modo in cui una città applica questo nuovo modulo di gestione definirà il suo futuro grado di competitività territoriale. Dall’efficienza alla sostenibilità economica, sociale e ambientale, al confronto con altre realtà, fino al miglioramento dell’esperienza turistica e alla qualità della vita della popolazione locale. Come per tutte le città smart, in cui il livello di intelligenza è dato dall’interazione tra l’uso delle tecnologie, di comunicazione ed energetiche, e la collaborazione efficace con cittadini e imprese, anche una destinazione “intelligente” può trarre un grande vantaggio da uno scambio attivo e multilaterale con i suoi visitatori.

I turisti “smart” sono una categoria di turista esigente e ben informato, interessato alla sostenibilità e alla responsabilità della destinazione che visita, che tratta l’ambiente con elevata sensibilità e responsabilità. Vuole interagire con la destinazione, non si accontenta del suggerimento della guida: e quindi egli stesso diventa co-creatore e co-promotore della destinazione. Le nuove tecnologie funzionano come uno strumento per prendere decisioni più efficienti ed efficaci al fine di raggiungere obiettivi fissi e dovrebbero essere applicate in modo intensivo ma sistematico. Il background tecnologico di Smart Destinations consiste fondamentalmente nell’Internet of Things (IoT), nell’interazione con gli smartphone di cittadini e turisti e di tutte le tecnologie NFC. Tuttavia, una destinazione intelligente è molto più di una destinazione che applica le nuove tecnologie in modo intensivo. La collaborazione e la cooperazione di organizzazioni private e pubbliche è una caratteristica necessaria di una destinazione intelligente. È il lavoro di squadra dei diversi attori che consente a una destinazione di essere intelligente e lavorare come un sistema dinamico, applicando e analizzando tutte le informazioni disponibili. Mettere a valore la diversità dei player e degli utenti del suo sistema rappresenta una grande sfida per la gestione futura della città, e richiede una governance ingegnosa e molto sofisticata. Una governance in grado di regolare, ma soprattutto incoraggiare, una rete di relazioni su un territorio, appunto, intelligente.

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di Emanuela Donetti @urbanocreativo