Dieta mediterranea, è la migliore nella classifica mondiale delle diete

Mangiare il 70% di vegetali aiuta a vivere più a lungo

L’elisir di lunga vita sarebbe da ricercare in una dieta frugale e mediterranea, secondo gli esperti dell’Aigo (Associazione italiana grastroenterologi ed endoscopisti ospedalieri), che sostiene si debba mettere nel piatto in media un 70% di vegetali (di cui però solo il 20% frutta in quanto apporta molti zuccheri) e un 30% di proteine magre, condite con abbondante olio d’oliva;  la dieta della longevità comprende anche uno spuntino di frutta secca e olive e soprattuto la capacità di autoregolarsi quando si avverte il senso di sazietà.

E’ ormai assodato che il regime alimentare basato sulla dieta mediterranea, che aiuta anche a prevenire il tumore al seno, apporta all’organismo diversi benefici, influendo non solo sulla forma fisica ma riducendo anche gli effetti negativi dello smog e aiutando a prevenire le malattie cardiovascolari. E’ stata persino fornita la “prova scientifica” che la dieta mediterranea allunga la vita e ne sono la dimostrazione vivente gli ultracentenari raddoppiati negli ultimi anni grazie a questa scelta alimentare. Una dieta che fa bene all’ambiente, oltre che all’organismo, rilasciando un’impronta di carbonio minore rispetto al regime alimentare inglese o americano.

Alzarsi da tavola quando si è quasi sazi

L’Aigo dedicherà a questo tema un approfondimento durante il convegno annuale della Fismad (Federazione italiana delle società malattie apparato digerente), in programma dal 21 al 24 marzo a Roma.

“Che cosa si mangia è molto importante, ma altrettanto importante è quanto si mangia: uno dei segreti di lunga vita è sintetizzato dal detto giapponese ‘Hara hachi bu’, cioè la raccomandazione di alzarsi da tavola quando si è sazi solo all’80% – sottolinea Gioacchino Leandro, presidente Aigo – Infatti, tutti gli studi sulle popolazioni dove si concentra il maggior numero di centenari mostrano che questi ultimi hanno in comune una restrizione delle calorie assunte, tra le 1.200 e le 1.500 al giorno. E la suddivisione dei macronutrienti è molto simile a quella della nostra dieta mediterranea: 55% di carboidrati, 35% di grassi e 10% di proteine”.

Una dieta poco calorica ma bilanciata

Fondamentale per vivere più a lungo risulta quindi il consumo dei vegatali, che significa anche prediligere grassi vegetali (olive, noci, mandorle e frutta a guscio). Meglio pane e farine integrali e come fonti di proteine i legumi, le uova, i formaggi e, in misura minore, il pesce. La tesi trae origine dall’attitudine delle persone longeve a una dieta frugale, che prevede una dieta povera di calorie, ma attenta all’equilibrio nutrizionale.

Secondo gli esperti, “questi benefici potrebbero essere spiegabili perché gran parte dei meccanismi biochimici legati alla restrizione calorica coinvolgono alcune proteine (sirtuine) che proteggono l’organismo dallo stress ambientale, migliorano l’invecchiamento, prevengono i tumori, contrastano la sindrome metabolica, riducono il tessuto adiposo e prevengono le malattie neurodegenerative, come ad esempio il morbo di Alzheimer”.

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