Uno studio spiega che la pasta è “parte di una dieta sana” e ha un basso indice glicemico

Spesso parlando di carboidrati e dieta si fa di ogni erba un fascio e nella lista dei cibi “proibiti” o sconsigliati per la linea viene messo un po’ di tutto, compresa l’amata pasta asciutta. Tuttavia proprio la pasta non dovrebbe risultare nell’elenco degli alimenti da bandire in caso di regime dietetico, andrebbe anzi considerata come parte integrante fondamentale di una sana alimentazione. Rispetto infatti ai carboidrati raffinati, che vengono subito assorbiti nel flusso sanguigno, la pasta risulta avere un basso indice glicemico, ovvero causa minori aumenti dei livelli di zucchero nel sangue rispetto a quelli causati dal consumo di cibi che invece hanno un livello alto di questo indice. Secondo una recente indagine Doxa, quello tra gli italiani e la pasta è un amore indissolubile, ma anche salutare: qualunque sia la varietà preferita, la pasta viene consumata dal 99% degli italiani tutti i giorni per il 44% dei casi. La pasta è uno degli alimenti fondamentali della dieta mediterranea, riconosciuto patrimonio Unesco dell’umanità e, nonostante i pareri discordanti, fa bene alla salute. Non è certo una buona notizia quindi quella che entro il 2050 a causa dell’aumento di C02 non si potrà più mangiare la pasta al dente.

Lo studio

A smentire che la diffusa convinzione che la pasta faccia ingrassare è uno studio del St. Michael’s Hospital, in Canada, pubblicato su BMJ Open, che ha come prima autrice la ricercatrice di origine italiana Laura Chiavaroli. “Lo studio ha rilevato che la pasta non ha contribuito all’aumento di peso o all’aumento del grasso corporeo”, evidenzia l’autore principale, John Sievenpiper. “In realtà – aggiunge – l’analisi ha mostrato una leggera perdita di peso, quindi contrariamente alle preoccupazioni, la pasta può essere parte di una dieta sana come ad esempio quella a basso indice glicemico”.

I volontari hanno consumato in media 3,3 porzioni di pasta alla settimana al posto di altri carboidrati, arrivando a perdere circa mezzo chilo in 12 settimane. I ricercatori spiegano però che i risultati sono generalizzabili alla pasta consumata insieme ad altri alimenti a basso indice glicemico e avvertono che sono necessari approfondimenti per capire se la perdita di peso si applica anche alla pasta come parte di altre diete. Lo studio si basa su una revisione sistematica e una meta-analisi di tutte le prove disponibili provenienti da studi randomizzati controllati, identificando 30 ricerche che hanno coinvolto quasi 2.500 persone che hanno mangiato pasta invece di altri carboidrati come parte di una dieta sana a basso indice glicemico. Durante l’ultimo World Pasta Day è stata presentata una rivoluzionaria pasta terapeutica, un tipo di pasta probiotica che fa bene al metabolismo e all’intestino, gustosa ma anche antinfiammatoria. Recentemente è stata prodotta anche una versione speciale di pastasciutta “light”, che non scuoce e non fa ingrassare.

   

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