Gli attacchi DDoS in Europa sono calati del 60%

Gli analisti tedeschi di Link11 hanno evidenziato una riduzione delle minacce distribuite nel continente dopo lo spegnimento di WebStresser

Una cifra del genere fa ben sperare per un’Europa più sicura dal punto di vista digitale. La società di sicurezza tedesca Link11 ha di recente confermato i dati che riguardano il brusco calo subito dagli attacchi DDoS nel nostro continente: -60% negli ultimi 30 giorni. Si tratta della conseguenza dello spegnimento, da parte dell’Europol, di WebStresser, un servizio di noleggio DDoS a cui si devono almeno 4 milioni di campagne e micro-campane. La piattaforma, chiusa il 25 aprile, era oramai diventata la piazza d’armi preferita della maggior parte dei cyber-criminali indipendenti sia europei che internazionali. A seguito dell’operazione della polizia, sono stati arrestati gli amministratori di WebStresser, localizzati in Inghilterra, Croazia, Canada e Serbia.

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Cosa succede

Di per sé il calo del 60%, che diventa del 64% se si considera il picco DDoS raggiunto negli ultimi tempi in Europa, è già indicativo di cosa fosse diventata WebStresser per le violazioni ai sistemi connessi europei. Secondo l’Europol, il sito aveva oltre 136 mila utenti registrati al momento della sua chiusura ed era stato responsabile di milioni di attacchi negli ultimi anni, tra cui uno diretto a sette delle più grandi banche del Regno Unito nel novembre del 2017.

Il servizio faceva gola a molti, sopratutto per la possibilità di consentire a chiunque, senza grosse capacità tecniche, di lanciare DDoS in giro per il mondo, con prezzi di partenza di soli 15 dollari. La semplicità a disposizione della massa, lato cyber, è una tendenza purtroppo crescente in Europa. Lo sa bene l’Europol che collabora con le istituzioni nazionali per spegnere piattaforme del genere, prima che diventino mainstream e dannose a livelli globale.

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