Circa una decina di dipendenti di Google si sono licenziati perché l’azienda non ha sospeso la collaborazione con il Pentagono per l’utilizzo dell’intelligenza artificiali sui droni militari

All’inizio di marzo Google ha annunciato un nuovo programma chiamato Project Maven che prevede l’utilizzo dell’intelligenza artificiale integrata nel sistema TensorFlow a sostegno dei droni del Dipartimento della Difesa americana. L’AI verrà utilizzata per analizzare le immagini catturate dai velivoli del Pentagono in scenari di guerra. Collaborare con l’industria bellica non è stata una cosa apprezzata da diversi dipendenti di Google, che hanno firmato una petizione interna per chiedere la sospensione del progetto. L’azienda non ha dato le risposte sperate e circa una dozzina di dipendenti hanno deciso di licenziarsi in segno di protesta. “Non ero soddisfatto nel poter solo esprimere le mie preoccupazioni internamente. Il modo più efficace per prendere posizione contro quanto sta accadendo è andarsene”, ha detto a Gizmodo una delle persone che ha lasciato il suo incarico a Mountain View.

La crociata contro Google e le armi ha ottenuto l’appoggio anche dell’International Committee for Robot Arms Control, che in una lettera aperta ha espresso la sua vicinanza ai dipendenti di Big G contrari al programma Maven. La missiva è rivolta direttamente al fondatore di Google, Larry Page, al CEO, Sundar Pichai e Fei-Fei Li di Google Cloud. L’associazione che si batte per il bando dei robot a scopo militare chiede che Google sospenda la collaborazione con il Dipartimento della Difesa, blocchi l’utilizzo dei dati personali raccolti per operazioni belliche e che non partecipi allo sviluppo, realizzazione e commercio di armi automatizzate assicurando il suo sostegno affinché vengano dichiarate illegali.

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