Un’eccessiva attenzione all’igiene nel primo anno di vita non stimola correttamente il sistema immunitario

Da uno studio britannico condotto da Mel Greaves, dell’Institute of Cancer Research di Londra emerge un dato importante riguardo al rischio di sviluppo della leucemia infantile nel primo anno di vita del bambino. La ricerca ha dimostrato infatti che bisognerebbe favorire il contatto dei bebè con gli altri bambini per un corretto funzionamento del sistema immunitario, invece che curarne l’igiene in modo eccessivo.

Si può prevenire entro l’anno di vita

“La maggior parte dei casi di leucemia infantile è probabilmente prevenibile evitando che i bambini, nel primo anno di vita, siano eccessivamente protetti dal punto di vista igienico”, spiega Greaves.

Pubblicata sulla rivista Nature Reviews Cancer, la ricerca ha come oggetto di studio la leucemia linfoblastica acuta, una patologia che interessa  un bambino ogni 2000. Anche se l’indagine ha evidenziato un legame diretto tra igiene eccessivo nei neonati e aumento del rischio di sviluppo della malattia, Greaves ha voluto sottolineare che in caso la malattia si manifesti nel piccolo i genitori “non devono in alcun modo sentirsi colpevoli”.

L’origine in 3 fasi

Si tratta infatti di una rara forma di tumore le cui cause sono ancora in gran parte ignote e che interessa le cellule immunitarie presenti nel midollo osseo, le stesse cellule che hanno il ruolo di difendere l’organismo dalle infezioni. La leucemia linfoblastica acuta è la forma più comune di tumore pediatrico e rappresenta circa un terzo di tutti i casi di cancro nei bambini.  Una nuova speranza arriva da un trattamento sperimentale effettuato per la prima volta nel nostro Paese, una terapia genica che ha potenziato il sistema immunitario di un bimbo di 5 anni affetto da leucemia, consentendogli di eliminare le cellule tumorali.

Il tumore ha origine in tre fasi: partendo da un errore nel Dna del bambino probabilmente durante la fase di sviluppo uterino, in una seconda fase entra in gioco un’eccessiva protezione dai microbi nel primo anno di vita e infine a scatenare la malattia può essere un’infezione qualunque.

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Greaves ha spiegato che non è un caso se la malattia è più frequente tra i bambini delle società ricche ed è meno frequente tra i piccoli che vanno al nido e hanno fratelli grandi. E’ importante però capire che non è l’eccessiva igiene in sé a determinare la patologia, la ricerca è quindi “un incoraggiamento” ai genitori a essere “meno scrupolosi e favorire il contatto sociale del bebè, in particolare con i bambini più grandi”.