SentinelOne, visibilità profonda dall’endpoint al cloud

SentinelOne espande la piattaforma di cybersecurity

SentinelOne, numeri in forte crescita a meno di un anno dall’arrivo in Italia. Chiusi numerosi progetti. Rafforzamento del canale dei partner e focus su finance, utility e pubblica amministrazione

Un bilancio assolutamente positivo. A meno di un anno dall’apertura della region di SentinelOne che comprende Italia e Malta, il country manager Nicola Altavilla, riassume così questi mesi di intensa attività. «Abbiamo avuto riscontri molto positivi dal mercato sviluppando un importante lavoro sia con partner che con clienti, che ci ha permesso di chiudere numerosi progetti, con un range medio di licenze che va dalle cinquemila alle 13mila postazioni». Numeri importanti per l’Italia e più in generale per il mercato europeo. «Gli obiettivi sono ambiziosi. Quest’anno a livello globale siamo cresciuti di oltre il 300 per cento rispetto allo scorso anno. Il mercato sta reagendo bene, e le aspettative sono alte.

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Il mercato italiano si muove su ordini differenti da quelli sviluppati negli USA o in alcuni paesi asiatici, dove i progetti chiusi si attestano su numeri molto più grandi. Detto questo, la fetta di mercato che SentinelOne in meno di un anno si è ritagliata nel mercato italiano è molto promettente, soprattutto se si tiene conto del livello di competition. Fattore che non ha frenato la nostra volontà di espanderci». Finance, PA e utility, i settori di riferimento. «Ci siamo confrontati sia nel segmento dell’endpoint protection sia con i vendor tradizionali di antivirus. Ma anche in nicchie – PAL e il mondo della medium enterprise – non adeguatamente esplorate. E dove non è raro acquisire clienti che passano da soluzioni legacy alle nostre in un lasso di tempo molto breve» – conferma Altavilla.

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CONSOLIDARE L’AUTONOMIA DEI PARTNER

L’altro fronte su cui si continua a lavorare è quello volto a rafforzare l’autonomia dei partner. «Puntiamo al rafforzamento delle competenze tecniche del canale, una trentina di business partner. Se il partner è tecnicamente preparato può chiudere tutto il ciclo di vendita. L’autonomia dei partner ci permette di essere più veloci sul mercato per raggiungere i clienti e rispondere meglio alle loro specifiche esigenze». L’altro fronte aperto è la creazione di eventi in sinergia con i partner. «Abbiamo già fissato in agenda due importanti roadshow, il 20 giugno a Roma e il 27 giugno a Milano, per parlare di intelligenza artificiale, automazione e dell’evoluzione delle minacce informatiche. Approfondiremo queste tematiche e ci sarà spazio per ospiti e clienti. Sarà un momento di condivisione di esperienze, collaborazione e formazione».

VIGILANCE E DEEP VISIBILITY

L’offerta SentinelOne si arricchisce con la disponibilità di Vigilance, il servizio di analisi e risposta attivo 24/7 di mitigazione delle minacce. «Invece di utilizzare il tempo dello staff IT per analizzare ogni singolo alert, filtrando ogni falso positivo, Vigilance consente di dare immediatamente priorità alle minacce critiche. Pensiamo a un alert che arriva alle due di notte di domenica. Oppure, al tempo necessario al proprio team di sicurezza per valutare la minaccia e rispondere. Con Vigilance è a disposizione dei nostri clienti un team di specialisti, basato a Tel Aviv e US, operativo ventiquattro ore su ventiquattro, sette giorni su sette. Un servizio a valore aggiunto per offrire la massima visibilità sulla rete del cliente (mantenendo i corretti parametri di privacy, poiché si lavora a livello di metadati) a un prezzo veramente contenuto» – spiega Altavilla. Visibilità garantita anche da Deep Visibility, il nuovo modulo aggiuntivo alla soluzione Endpoint Protection Platform (EPP). «Oggi, più della metà del traffico in transito su Internet è crittografato. Una manna per i malintenzionati. Deep Visibility sblocca la visibilità di ogni angolo del network dall’endpoint al cloud, offrendo al tempo stesso uno storico di tutte le attività del singolo endpoint, anche offline. Informazioni, utili al team di sicurezza, per correlare le varie attività e tracciare l’evoluzione della minaccia» – conclude Altavilla.

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