L’inquinamento aumenterebbe del 63% il rischio di sviluppare la malattia

Un nuovo studio condotto dalla Washington University school of Medicine a St. Louis, in collaborazione con il Veterans Affairs (VA), rivela un nuovo fattore determinante nello sviluppo del diabete: l’inquinamento atmosferico. Un fenomeno che interesserebbe anche i paesi con livelli di contaminazione dell’aria considerati “sicuri” dal World Health Organisation (Who).  Il diabete si sta diffondendo in Italia ad un ritmo che suscita preoccupazione, secondo i dati provenienti dal rapporto del Diabetes Atlas dell’International Diabetes Federation (IDF), che parlano di ben 73 morti al giorno in Italia (quasi 1 milione di italiani sono colpiti dalla malattia senza sapere di averla) e quasi 750 in Europa. Sono 420 milioni le persone affette dal questa patologia nel mondo, di cui 30 milioni sono statunitensi e le principali cause sono una dieta squilibrata, uno stile di vita sedentario e l’obesità. A questi fattori di rischio, secondo il recente studio pubblicato su The Lancet Planetary Health, si aggiungerebbe l’inquinamento atmosferico.

“Nei due decenni scorsi, sono state condotte delle ricerche sul diabete e l’inquinamento, ma minime”, spiega Ziad Al-Aly, assistente universitario di Medicina al Washington University e il primo autore dello studio. Che aggiunge:  “Volevamo unire insieme i vari pezzi per poter avere dei risultati più concreti”.

L’inquinamento riduce la produzione di insulina

I ricercatori sostengono che la riduzione dell’inquinamento potrebbe diminuire i casi di diabete sia nei Paesi con un alto tasso di contaminazione atmosferica, come l’India e la Cina, ma anche nei Paesi con livelli inferiori come gli Stati Uniti.
Secondo lo studio l’inquinamento riduce la produzione di insulina, causando quindi infiammazione e impendendo al corpo di convertire il glucosio ematico in energia, necessaria per mantenere il corpo in salute.

I risultati dello studio rivelano che nel 2016 l’inquinamento atmosferico ha contribuito all’incremento di 3.2 milioni di nuovi casi di diabete nel mondo, il 14% di tutti i nuovi casi di diabete in quell’anno.

Cosa fare per evitare gli effetti dello smog?

Secondo i ricercatori questo rischio sarebbe più elevato nei Paesi in via di sviluppo come l’Afghanistan, la Papua Nuova Guinea e la Guyana. Le economie avanzante come la Francia, la Finlandia e l’Islanda invece presentano invece un rischio inferiore.

Secondo Paolo Pozzilli, responsabile di Endocrinologia e Diabetologia del policlinico Universitario Campus Bio-Medico di Roma “l’aumento del rischio di diabete nelle grandi città non è solamente legato a smog e inquinamento, bensì anche ad una minore spesa energetica quotidiana conseguenza della riduzione dell’esercizio fisico, ad una vita sedentaria ed a un minor tempo a disposizione per scegliere cosa mangiare”. Cosa fare quindi per contrastare questo effetto? L’ideale sarebbe seguire una dieta sana e praticare attività fisica, soprattutto se si vive in zone molto inquinate.

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