I driver di HPE per accelerare l’innovazione digitale

hpe venturi

Dentro l’Innovation Center di Hewlett Packard Enterprise per fare il punto sulle strategie del gruppo tra Intelligent Edge, formazione e legame con i partner

Non è semplice restare all’apice dell’innovazione, reinventandosi giorno dopo giorno, cercando di donare ai clienti sempre il meglio della tecnologia. HPE ci prova e con un certo successo, a giudicare dalle numerose attività avviate sin dalla fondazione del gruppo tre anni fa.“Come da tradizione, lavoriamo per guidare il futuro, creando nuove soluzioni e categorie di prodotto. Oggi abbiamo un’azienda snella, con cui affrontare le sfide di un mondo in continua evoluzione, che necessita di versatilità e flessibilità. Pensiamo ai servizi multi cloud, un modo naturale per vivere un business ibrido, che si adatta alle esigenze dei clienti” – sono le parole di Stefano Venturi, President & CEO Hewlett Packard Enterprise Italy – Vice President Hewlett Packard Enterprise Inc., che ha accolto la stampa per delineare cosa ha fatto la “sua” compagnia nel recente passato, delineando gli sviluppi che ne segneranno il domani.

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“Come una startup con oltre 70 anni di storia, ci siamo affacciati al mercato con tanta voglia di fare, volendo diventare abilitatori di tecnologia. Un esempio è l’introduzione nel segmento data center delle soluzioni GreenLake, piattaforme IT basate sul consumo “pay-as-you-go”, che rendono interoperabili hardware, software, on-premise e cloud, tramite progetti costruiti ad-hoc, che ottimizzano prestazioni e costi. Quale fine? Permettere alle organizzazioni di vivere con maggiore serenità la trasformazione digitale, quella concreta, cioè il passaggio dai vecchi ai nuovi sistemi. Ogni giorno che passa con entrambi in piedi vuol dire esborso economico, che per qualcuno può impattare decisamente sul budget. con i GrennLake ognuno può modulare la struttura per ciò che realmente serve, fino a migrazione completata”.

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Un altro aspetto che Venturi ci ha tenuto a sottolineare è la collaborazione che HPE ha stretto con le principali multinazionali del nostro paese, in settori trasversali. Per ovvi motivi di permessi non è stato possibile citarle tutte ma qualcuna si: Eni, che ha accolto con soddisfazione l’high-edge computing in certi data center oppure l’Aeronautica Militare, che sta per avviare un super computer basato su tecnologia HPE, con lo scopo di migliorare la raccolta dati e le previsioni meteo. Molto del nuovo offering di Hewlett Packard Enterprise spinge verso l’Intelligent Edge, ovvero la necessità di accogliere tutti i flussi fonti di dati che arrivano a un centro unico di comprensione ma far si che tali informazioni vengano filtrate, ponderate, qualificate in periferia, così che lo sforzo computazionale sia graduale lungo tutto il percorso e conservi i picchi di performance per le operazioni effettivamente più importanti. Conclude Venturi: “Serve un’intelligenza collaborativa ai bordi, fatta di micro-computer dalle alte capcità che, con un’architettura memory-driven, contestualizzino le informazioni per tenere solo quelle di valore per l’organizzazione”.

Viviamo un mondo ibrido, dove sia la produzione che la fruizione dei contenuti avviene senza soluzione di continuità. Come spiega Claudio Bassoli, Vice President Industry Segment Sales Hewlett Packard Enterprise: “La potenza computazionale aumenta sempre di più e come HPE contribuiamo a questa crescita sostanziale. Con Astra abbiamo sviluppato la più potente macchina con architettura ARM. Uno degli obiettivi è simulare eventi su scala globale, come le conseguenze di un evento nucleare. È la dimostrazione di come anche con CPU non elevatissime, la differenza può farla un ecosistema avanzato e ottimizzato. La nostra innovazione prosegue con Blue Brain Project, per il quale la fondatrice Scuola politecnica federale di Losanna, ha scelto hardware HPE come base hardware per la riproduzione in 3D del cervello dei mammiferi, partendo da quello di un topo. La creazione delle mappe neurali porteranno, si spera, a un’analisi più precisa e funzionale del cervello umano”.

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Tocca a Paolo Delgrosso, Channel & Alliance Sales Director Hewlett Packard Enterprise parlare dei servizi a favore dei partner. Il principale è senza dubbio la Channel Pre-sales Academy, che di recente ha concluso la sua prima wave. “Si tratta di sei settimane di percorso formativo con cui gli alunni possono scoprire non solo tecnologie HPE ma anche di quei partner che rientrano nell’area delle alleanze strategiche. Per quanto riguarda la formazione della rete, abbiamo la Marketing Academy, per trasferire in maniera veloce i tool interni con cui incentivare il business e i vari Innolab, con cui portiamo presso i Partner HPE, laboratori tecnologici a disposizione delle aziende del territorio. Ad oggi siamo a 20 ma contiamo di aprirne tanti altri in Italia da qui alla fine dell’anno”.