Perché Google chiuderà l’app Inbox

google inbox chiude 2019
google inbox verrà spenta il prossimo marzo

Lanciata nel 2014, la piattaforma che prometteva di gestire in maniera intelligente le email verrà spenta il prossimo marzo. Ecco perché

C’era un grande interesse intorno a Inbox, la piattaforma di gestione intelligente delle email di Google. Alla presentazione, avvenuta nel 2014, avevano fatto seguito tante di richieste di accesso in modalità preview, tanto da richiedere una sospensione temporanea delle abilitazioni, per poter finalizzare meglio il progetto e distribuirlo il prima possibile. Qualcosa però deve essere andata sorta, visto che Big G, il prossimo marzo, staccherà la spina a Inbox, senza spiegare i motivi della decisione drastica.

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Possiamo però immaginarli. In cima a tutti l’evidente insuccesso di un client che doveva scontrarsi con un’app dal nome Gmail e che, su Android come su iOS, è divenuto perno fondamentale della vita professionale e privata di migliaia di persone. Far capire agli utenti che Inbox non era altro che una Gmail migliorata, potenziata dalla AI, non era semplice, e infatti il team ha fallito, almeno in parte, nell’obiettivo di migrare gli iscritti verso i nuovi lidi dell’Intelligenza Artificiale.

Cosa succede

E non è un caso se sia arrivata, proprio quest’anno, una nuova versione di Gmail, che in un certo senso somiglia a Inbox. Tramite lo Smart Compose, ad esempio, si possono inviare risposte da generare automaticamente grazie all’apprendimento autonomo del contesto, quando c’è da confermare o declinare una proposta di orario per la riunione oppure girare allegati ai colleghi che si ha in locale e per i quali non sono state inserite restrizioni.

È una tendenza sempre più in voga, nel panorama hi-tech, quella di sviluppare progetti innovativi interni da rendere disponibili inizialmente come prodotti indipendenti, fuori dal sistema e solo dopo, una volta metabolizzati, integrarli nei processi di utilizzo. È successo così per Cortana, prima un assistente virtuale esterno e poi perno centrale di tutta l’esperienza Windows nativa. E dato che sia Gmail che Inbox sono state pensate come app adatte per un certo tipo di utenza, quella mobile, era evidente che prima o poi una delle due dovesse cadere. Ed è toccato alla meno forte.

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