Il futuro della sanità passa attraverso l’innovazione

L'innovazione nella sanità
L’innovazione nell’IT nella sanità è stata finora rallentata per diverse ragioni

In Lombardia, due terzi dei Fascicoli sanitari elettronici d’Italia, oltre 30 milioni di referti annui digitalizzati, 7,2 milioni di ricette digitalizzate al mese. Dati fondamentali per analisi, di tipo anche predittivo, per governare i movimenti di scenario futuro

Il quadro prospettico delle risorse necessarie a sostenere i sistemi sanitari avanzati è tutt’altro che roseo. L’invecchiamento della popolazione, unitamente alla crescente incidenza delle patologie croniche e la continua evoluzione di strumenti per la cura, spesso più efficaci, ma sempre più costosi, portano a stimare che per il 2040 la percentuale di PIL spesa in sanità arriverà al 25% in USA e al 20% in diversi paesi europei. Il quesito è come garantire la sostenibilità dei vari sistemi sanitari. La grande speranza viene riposta sulle possibilità di innovazione dei modelli abilitata dall’evoluzione della tecnologia nel settore.

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L’innovazione nell’IT della sanità è stata finora rallentata per diverse ragioni. Storicamente, gli investimenti hanno puntato all’efficientamento del backoffice e sono stati inquadrati dai provider come non prioritari. Inoltre, vi è spesso una reale difficoltà a valutare i benefici rispetto ad altri settori (come quello farmaceutico, per esempio) e l’offerta è da sempre frammentata. Nel frattempo, però, diverse innovazioni interne all’IT promettono cambiamenti radicali nei modelli organizzativi oggi in uso. La diffusione di IoT e mobile health (mHealth) ha fatto emergere nuovi player e ha abilitato nuove modalità di coinvolgimento di cittadini e operatori. In questo contesto, le tecnologie AI e Big Data hanno un potenziale “disruptive” per la ricerca e per i modelli organizzativi del settore. Dentro questo contesto, l’IT è pronta a svolgere il suo importante ruolo, ma il cambiamento va inquadrato in un’ottica sistemica e, prima di tutto, necessita di un ridisegno dell’architettura organizzativa che integri intorno al paziente cure primarie, secondarie e assistenza sociosanitaria, cercando di includere privati e terzo settore. Certamente, in futuro si vedrà sempre più lo sviluppo di modelli di innovazione caratterizzati da forte “convergenza”, combinando tecnologie emergenti dai vari settori (prodotti e servizi) all’interno di modelli integrati di servizi alla persona.

Diverse esperienze sono in corso a livello internazionale e in Italia. La Lombardia, in particolare, facendo tesoro anche di alcune sperimentazioni, ha definito un modello – unico per estensione e innovatività – che coniuga modelli epidemiologici avanzati con meccanismi organizzativi e di finanziamento realmente innovativi utilizzando come fattore abilitante un ampio spettro di tecnologie IT che hanno consentito di lanciare un programma di reclutamento per l’intera popolazione dei malati cronici (quasi tre milioni in Lombardia), offrendo agli operatori strumenti di nuova concezione e ai pazienti un nuovo modello di assistenza a reale valore aggiunto. L’IT ha svolto un ruolo essenziale: il progetto non avrebbe mai visto la luce senza il disegno da subito coordinato di regole, modelli organizzativi e strumentazione abilitante.

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La stratificazione della popolazione, i percorsi di riferimento per un certo bisogno composito (comorbidità) e l’allocazione dei finanziamenti vengono effettuate con avanzate logiche di analisi di grandi moli di dati con strumenti di business intelligence e machine learning (sempre più impiegato con logiche predittive). L’enforcing delle regole di governo è affidato a una piattaforma che implementa la business logic a livello regionale per tutti gli attori, attingendo dinamicamente a tutti i sistemi regionali coinvolti. Lo scambio delle informazioni necessarie fra gli attori che seguono il particolare paziente viene abilitato dal Fascicolo sanitario elettronico (FSE) che è dovuto evolvere per rispondere a questa ulteriore esigenza. Lo stesso FSE (utilizzato via web ma, sempre più, tramite applicazioni che ne semplificano la fruizione) costituisce il punto di contatto informativo e di ingaggio per il cittadino.

Antonio Barone divisione servizi per il Welfare Regionale di Lombardia Informatica