Un progetto di ricerca avanzata della difesa americana utilizza gli insetti come vettori per contaminare le piante: ma quali sono i rischi?

Sembra l’incipit della sceneggiatura di un film catastrofico, eppure è un possibile scenario reale, quello che potrebbe prospettarsi in conseguenza al progetto “Insect allies” della Darpa. L’agenzia per i progetti di ricerca avanzata di difesa americana ha iniziato infatti nel 2017 modificando geneticamente insetti con l’intenzione di produrre raccolti più resistenti alle nuove sfide cui devono fare fronte gli agricoltori americani, quali cambiamenti climatici, siccità, gelo, inondazioni e malattie infestanti.

Tuttavia c’è chi è preoccupato che dietro questo progetto si nasconda uno scopo differente, quello di usare insetti killer come armi biologiche di distruzione di massa. L’idea di fondo del progetto, a cui stanno partecipando i laboratori di Arlington, in Virginia, è però solo quella di utilizzare gli insetti per contaminare le piante attraverso alcuni virus in grado di cambiare il genoma vegetale.

Cosa si rischia?

Ma se questa invenzione arrivasse a nuocere a tutto il genere umano? E’ l’interrogativo che si è posto Robert Guy Reeves, ricercatore al Max Planck di Berlino: “Se questa tecnologia funziona, per definizione, sarà difficile che un governo riesca a controllarne le ricadute”.

Non è l’unico a porsi delle domande a riguardo.  Anche Silja Voeneky, dell’ università di Friburgo, esprime così i suoi dubbi: “Pensiamo ci sia il rischio che tale programma non sia giustificato da intenti pacifici. Perché mai utilizzare come vettori degli insetti e non semplici spray? Usare insetti come vettori per diffondere malattie è una classica arma biologica!”.

Ma la Darpa minimizza

Gli ideatori del progetto si sono però affrettati a smentire i dubbi, affermando che: “Ogni volta che si sviluppa una nuova tecnologia esiste un potenziale doppio uso, militare e civile. Ma non è ciò che stiamo facendo. Vogliamo instillare nelle piante qualità positive. Vogliamo garantire la sicurezza alimentare, perché la sicurezza alimentare è sicurezza nazionale”.

La Darpa ha spiegato che nessun insetto riesce a prolungare la vita per più di due settimane, ma se così non fosse, la diffusione sarà contenuta.
Sembra però che non sia ancora il momento di preoccuparsi, dato che il progetto sarebbe in una fase ancora iniziale e ci vorrà ancora molto tempo prima che possa effettivamente attuarsi.

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