Perché Amazon ha licenziato alcuni suoi dipendenti

Amazon al vertice di BrandZ Global Top 100

Il gigante dell’e-commerce avrebbe chiuso diversi rapporti di lavoro dopo un’indagine interna che ha interessato i venditori di terze parti

Maggiore chiarezza e trasparenza. Questo il diktat di Amazon ai propri dipendenti, molti dei quali sono stati scoperti mentre attuavano strategie contrarie alle policy, a favore di terze parti. I trasgressori, con sede negli Stati Uniti e in India, trasmettevano, stando a quanto diffuso in rete e non ancora ufficializzato, dati interni ai venditori del marketplace, per vari scopi.

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Altri lavoratori coinvolti, ad esempio in Cina, utilizzavano chiavette USB per scaricare e trasferire contenuti sensibili all’esterno, mettendo a serio rischio la sicurezza dei documenti conservati dalla multinazionale. Un comportamento non solo scorretto ma anche molto pericoloso, perché apre la porta a violazioni ben più estese qualora le informazioni rubate finissero nelle mani sbagliate.

Cosa succede

Nel merito della questione, Amazon ha rilasciato una dichiarazione in cui spiega: “Vogliamo tenere alto il livello etico dei nostri dipendenti e affinché ciò avvenga esiste un codice da seguire. Chiunque lo contravvenga è soggetto a una disciplina, incluso il licenziamento e potenziali sanzioni legali e penali. Inoltre, abbiamo zero tolleranza per l’abuso dei nostri sistemi informatici e se scoviamo qualcuno a comportarsi in questo modo, intraprenderemo azioni tempestive a tutela  di dipendenti e clienti”.

I licenziamenti per cause simili non sono una novità per l’azienda di Seattle. A ottobre un dipendente è stato allontanato per aver venduto indirizzi e-mail a venditori di terze parti. Non è chiaro se i due casi siano correlati ma è evidente che la piattaforma voglia rendere i suoi flussi più trasparenti. I trucchi di visibilità stanno diventando una parte inevitabile di Amazon, con recensioni false e descrizioni imprecise che sfuggono sempre più al controllo. La compagnia di Jeff Bezos ha un meccanismo per segnalare elenchi sospetti e incoraggia attivamente gli utenti a usarlo ma, come si vede, può non bastare ai fini di una fruizione veritiera.

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