UE, migliaia di informazioni violate e consegnate ai media

UE, migliaia di informazioni violate e consegnate ai media

Consegnate al New York Times migliaia di comunicazioni intrattenute dai diplomatici di Bruxelles. Nessun grande scandalo ma timori per Cina, Russia e Donald Trump

Non c’è alcuno scandalo di interesse mondiale nelle informazioni che, per tre anni, alcuni hacker avrebbero sottratto a diplomatici dell’Unione Europea e poi consegnate al New York Times. Però, i dialoghi intrattenuti nelle stanze del potere di Bruxelles e dintorni sono comunque un termometro politico sulle strategie messe in atto non solo nel continente ma in tutto il mondo.

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Ecco allora i timori per l’espansione russa, anche in quanto a propaganda veicolata sui media, oppure alla decisione del Regno Unito di uscire dall’Europa con la Brexit ma anche le mosse spesso poco ortodosse di Donald Trump e l’economia cinese, che cresce in certi settori mentre arranca in altri, per colpa dei dazi imposti proprio dal presidente americano.

Cosa succede

Non a caso, in qualcuno degli archivi si descrive il presidente cinese Xi Jinping, durante un incontro con i diplomatici europei, mettere in luce le critiche alla guerra commerciale degli Stati Uniti, verso le imprese nazionali come Huawei e ZTE che, per Washington, lavorerebbero per consegnare a Pechino informazioni e proprietà intellettuali dell’occidente. Al di là dei giochi che ogni giorno prendono vita in quel dell’Unione Europea, vale la pena considerare come i “cables” siano trapelati fuori dai computer dell’organizzazione.

La perdita è stata scoperta dalla società di sicurezza Area 1, con uno degli esperti della compagnia, Blake Darche, che ha dichiarato al New York Times di “non aver dubbi sul fatto che la campagna sia collegata al governo cinese”. E in che modo avrebbero sottratto i dati? Pare attraverso il solito phishing, questa volta a danno di alcuni diplomatici di Cipro. “La gente pensa che azioni del genere siano frutto di strumenti informatici sofisticati e invece no” – ha affermato Oren Falkowitz, CEO di Area 1. Pare che la UE abbia gli stessi problemi di educazione informatica del mondo civile.

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