Google e il caso Nest Guard: “C’è un microfono? Lo avevamo dimenticato”

Nest Guard

Google ha dimenticato di menzionare il microfono integrato nell’allarme domestico Nest Guard e molti utenti si lamentano per la loro privacy

Google sta cercando di invadere le case di tutto il mondo con i suoi dispositivi domestici intelligenti e ci è decisamente riuscita. Uno di questi prodotti chiamato Nest Guard, un allarme con tastiera e sensore di movimento, gli ha però causato qualche problema con una discreta fetta di utenti. A inizio febbraio con un aggiornamento software è stato introdotto il supporto a Google Assistant ma il colosso di Mountain View si è dimenticato di citare il fatto che il terminale dispone di un microfono. La cosa non è fatto piaciuta a coloro che sono particolarmente attenti alla privacy e temono che le proprie conversazioni vengano ascoltate e utilizzate per fini commerciali o quant’altro. “Il microfono non è mai stato considerato un segreto e sarebbe dovuto essere citato nella lista delle specifiche. È stato un nostro errore”, ha dichiarato un portavoce di Google a Business Insider.

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Google, che durante la GDC 2019 potrebbe presentare la sua console per videogame, ha quindi ammesso di aver sbagliato ma ha anche sottolineato che “il microfono non è mai stato accesso e si attiva solo se gli utenti abilitano la specifica opzione”. Non solo, tale tecnologia era stata pensata proprio per incrementare la sicurezza delle mura domestiche. Nest Guard attraverso il microfono sarebbe infatti in grado di rilevare il rumore di un vetro rotto che potrebbe significare un’effrazione. Questa non è la prima volta che Google deve cospargersi il capo di cenere di fronte alle proteste degli utenti. Nel 2010, ad esempio, confermò che le sue Google Car per la scansione delle strade e l’aggiornamento delle mappe di Google Maps avevano accidentalmente raccolto i dati personali delle reti Wi-Fi non protette.

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