La digital transformation è (di) moda

La digital transformation è (di) moda

Oltre il glamour ci sono logiche industriali che non possono più prescindere dall’IT

«Guardiamo al mondo con gli stessi occhi e abbiamo un’analoga visione del futuro. Ciò ci consente di parlare anche la medesima lingua quando si tratta di offrire alle aziende le giuste soluzioni per il loro business». Non ha dubbi Lorenzo Zanfardin – sales director di Axians Saiv spa – quando illustra le strategie del Gruppo a supporto del fashion. Dietro l’aspetto glamour del comparto moda si muovono precise logiche industriali che non possono più prescindere dall’IT, e digitalizzare l’intera catena del valore rendendo i processi più efficienti e rapidi, richiede prima di tutto una pianificazione accurata e un’implementazione attenta.

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«Stiamo accompagnando le aziende in questo processo evolutivo, con il fine di agevolare
la trasformazione digitale in modo lineare e scalabile – sottolinea Zanfardin – sia che si parli di Fast Fashion che di Luxury Industry. Garantiamo standard organizzativi e realizzativi omogenei, con criteri di replicabilità per le diverse dimensioni e territorialità che una realtà può avere. A completamento di tutto questo, il nostro Servizio di Monitoraggio BEST, operando in modalità follow the sun, consente un controllo dei sistemi H24, in qualsiasi parte del mondo e questo, per un business globale qual é quello del fashion, rappresenta un elemento di assoluto valore».

Oggi la customer experience è un elemento cardine del business. Il consumatore vuole vivere un’esperienza d’acquisto e condividerla, come dimostrano gli influencer, che sempre più guidano le sue scelte. Per questo occorre approntare strumenti in grado di intercettare
quante più informazioni possibili sui comportamenti e desideri del cliente, razionalizzarle e
trasformarle in key points utili per il business. L’investimento in IT diviene così un fattore
cruciale per consentire la raccolta, l’analisi e la gestione di tutte le informazioni. Parliamo infatti di big data per il proximity marketing che, se gestiti opportunamente, generano per le aziende operanti nel fashion un forte punto di accelerazione.

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Nel contempo, l’organizzazione IT dell’azienda assume un ruolo di business enabler, lavorando in sinergia con le linee aziendali strategiche quali il marketing, le vendite e la produzione. In questo scenario, sempre più frequentemente, si identifica la figura del CDO (chief digital officer), che unisce strategicamente il mondo IT con il business. Un altro fenomeno sempre più evidente è quello dell’outsourcing globale. Le aziende si stanno rifocalizzando nel proprio core business (che nel caso della moda sono creatività, immagine e stile), affidando i diversi servizi ad aziende esterne ad alta specializzazione verticale. Partendo da aspetti ormai consolidati, quali automazione di magazzino e tracciatura del prodotto, anche la logistica dovrà fare i conti con il “negozio del futuro”, che con Internet of Things, e non solo, porterà a una vera e propria rivoluzione nel modo di gestire la supply chain.

«Il ruolo dell’IT è anche quello di supportare questo nuovo business model – conclude
Zanfardin – e la nostra forte identità di system integrator abituato a confrontarsi a livello globale con aziende operanti sui diversi vertical di mercato, sicuramente ci agevola in questo processo».