Australia, una nuova legge punirà i social per i contenuti violenti

Australia, una nuova legge punirà i social per i contenuti violenti

Dopo le critiche in Nuova Zelanda, l’Australia ha deciso di far passare una normativa con cui chiederà i danni alle piattaforme social che non intervengono per fermare l’odio online

Non ci sono solo i live di sparatorie e violenze ma anche bullismo, foto e video in differita di attività illecite e per nulla etiche, nella nuova normativa appena fatta passare in Australia. Secondo il nuovo “The Sharing of Abhorrent Violent Material”, il paese dell’emisfero boreale mira a limitare in modo specifico la condivisione e l’hosting di immagini e video violenti online, dandone la maggior parte della responsabilità alle piattaforme che li ospitano. Giusto o sbagliato? Non sta a noi dirlo ma è sicuramente una prima risposta, forte e chiara, alla richiesta mossa da Zuckerberg di ottenere dai governi un aiuto concreto per la lotta all’odio in rete, soprattutto quello che arriva dai social.

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Cosa succede ora

Ovviamente l’occhio della politica australiana non guarda solo Facebook ma anche gli altri big, come Twitter e YouTube. Con il nuovo disegno di legge, sarà presto un reato se queste piattaforme non notificheranno alla polizia federale australiana una “condotta violenta e spiacevole” trovata nei video online o se non riuscissero a rimuovere i media offensivi in ​​modo “rapido” e “ragionevole”. In particolare, la condotta si riferisce ad atti terroristici, omicidi, tentati omicidi, tortura, stupro o rapimento. La mancata rimozione di queste tipologie di multimedia è è punibile con 10,5 milioni di dollari o il 10% del fatturato annuale di un’azienda, e anche fino a tre anni di reclusione.

Per quanto riguarda il termine “ragionevole”, il procuratore generale in Australia ha dichiarato che spetterebbe alla giuria decidere caso per caso. Anche se non ha fornito alcun esempio a corredo. Per quanto riguarda la tragedia di Christchurch, l’Australian Attorney General, Christian Porter, ha affermato che “ogni australiano sarebbe d’accordo con il dire che dovrebbe esservi su Facebook qualcosa che blocchi attività del genere, dove per oltre un’ora siano state trasmesse immagini simili”.

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