Un errore di Cloudflare ha fermato il 10% di internet

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Cosa è successo realmente nel pomeriggio di martedì al provider che gestisce buona parte del traffico online al mondo

I tecnici lo hanno chiamato “Network performance issue”,  ossia un problema che ha riguardato le prestazioni della rete. Sta di fatto che la debolezza vissuta questo martedì dal provider ha messo in ginocchio il 10% dell’intera internet, causando blocchi e impossibilità di connessione per centinaia di migliaia di siti. In Europa, ad essere colpiti soprattutto il Regno Unito e le nazioni centrali, mentre negli Usa, il borkage ha coinvolto le coste est e ovest, senza grosse distinzioni. In un aggiornamento dello stato di servizio sul proprio sito, la società ha ammesso di essere alle prese con un problema di rete: “Cloudflare sta osservando difficoltà di prestazioni del network. Per questa ragione, i clienti potrebbero riscontrare erorri “502” durante l’accesso ai servizi hostati su Cloudflare in varie regioni”.

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Problema risolto

Nel pomeriggio di martedì, la società aveva aggiornato lo stato del sistema, dichiarando di aver implementato una soluzione per il problema, monitorando i risultati. Ecco la precisazione: “Cloudflare ha raggiunto una soluzione per mitigare le difficoltà di connessione e aggiorneremo la situazione una volta completato il ripristino”. Cloudflare è stata fondata nel 2009 e oggi rivendica il maggior numero di connessioni ai punti di scambio internet in tutto il mondo. Il gruppo, a livello tecnico, memorizza nella cache il contenuto della rete, consentendo alle organizzazioni di distribuirli più rapidamente e con meno stress sul proprio network. Oltre a ciò, fornisce anche servizi di mitigazione DDoS e di sicurezza.

Nonostante ciò, siamo dinanzi alla seconda interruzione in poco più di una settimana. Per la prima era stata incolpata un’azienda terza, che forse aveva messo le mani dove non doveva, o forse un dipendente maldestro. Ci poniamo comunque delle domande su come Cloudflare assicuri di far funzionare a dovere questa grane mole di traffico internet che è stata capace di agganciare negli anni. Del resto, tener fermo il 10% di tutto il web, anche per qualche ora, può rappresentare un danno economico assurdo, di certo non di poco conto.

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