Huawei abbandona la causa contro gli Stati Uniti per le attrezzature telco sequestrate

Huawei, altri dieci anni difficili secondo il fondatore

Restituito l’hardware di rete sottratto nel 2017, resta in piedi l’azione legale contro il ban di commercio con le aziende Usa

Huawei ha avviato una causa contro il governo degli Stati Uniti dopo che le sue apparecchiature di telecomunicazione sono state sequestrate “senza giustificazione”. Le autorità statunitensi hanno confiscato l’apparecchiatura, che includeva server, switch Ethernet e altri dispositivi fabbricati in Cina, nel settembre 2017 da un impianto di collaudo Huawei in California, per verificare se la spedizione avesse una regolare licenza di esportazione. Nei due anni trascorsi dal dimensionamento dell’attrezzatura, le autorità statunitensi non sono riuscite a decidere in merito e hanno continuato a trattenere tutto fino a quando Huawei non ha intentato una causa a giugno.

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Da allora, il governo degli Stati Uniti ha accettato di restituire l’apparecchiatura, confermando che per la spedizione in Cina non è mai stata richiesta alcuna licenza di esportazione. Huawei ha anche spiegato che l’apparecchiatura è stata restituita e che, come tale, la causa è stata abbandonata. «A seguito di un sequestro prolungato e inspiegabile, Huawei ha deciso di abbandonare il caso dopo che il governo degli Stati Uniti ha restituito l’apparecchiatura, ossia una tacita ammissione che il sequestro stesso era illegale e arbitrario» ha detto la compagnia.

Palla al centro

La società ha dichiarato di aver “ottenuto una vittoria di fatto” nonostante l’abbandono volontario della causa, ma ha osservato che è ancora “delusa dal fatto che il governo degli Stati Uniti non sia riuscito a fornire alcuna spiegazione sul trattenimenti illegale delle apparecchiature Huawei per così tanto tempo”.

Sebbene questa causa sia stata ritirata, è separata da quella presentata da Huawei contro il governo degli Stati Uniti a marzo, nella quale si sostiene che Washington abbia vietato l’uso dei suoi prodotti senza alcuna base giuridica valevole. Il vicepresidente di Huawei, Guo Ping, ha detto ai giornalisti che: “Questo divieto impedisce a Huawei di impegnarsi in una concorrenza leale e danneggia anche i consumatori statunitensi”. Il Congresso ha ripetutamente fallito nel produrre alcuna prova a sostegno delle sue restrizioni sui prodotti”.

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