Google reprimerà il micro-targeting di annunci politici

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In tempi critici dal punto di vista delle inserzioni politiche, Big G ha deciso di ridurre le operazioni di targetizzazione

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Google è diventata l’ultima grande azienda tecnologica ad agire sulla pubblicità politica. In un annuncio della scorsa settimana, la piattaforma di ricerca online (e non solo) ha confermato che non permetterà più agli annunci politici di essere indirizzati specificamente agli utenti in base alle loro opinioni note. Ciò significa che Big G non consentirà più ai partiti politici di fare riferimenti incrociati al proprio database di sostenitori rispetto agli archivi di utenti di Google.

Tuttavia, ciò non impedirà agli inserzionisti di profilare in base ai soliti dati demografici: età, sesso, posizione e simili. Google ha anche affermato che prenderà provvedimenti in merito alle segnalazioni di informazioni fuorvianti condivise nelle pubblicità basate sul motore interno. Invece, gli utenti vedranno una spiegazione del contenuto omesso, ma non ci sarà modo di visualizzare l’annuncio stesso.

Nuova età della trasparenza

Le nuove regole interesseranno sia la Ricerca Google che altri prodotti, come i video di YouTube. La politica verrà implementata “entro una settimana”, a partire dal Regno Unito, che si appresta alle elezioni generali a cui seguiranno altri territori. La mossa è l’ultima di un’azienda tecnologica con lo scopo di dare maggiore trasparenza ai messaggi ospitati sui propri canali. Abbiamo già visto Twitter rimuovere completamente la pubblicità politica e Facebook aver chiarito la sua posizione su cosa fare in caso di disinformazione.

In un post sul blog, Scott Spencer, vicepresidente di Google Ads ha spiegato: “Gli inserzionisti politici possono, naturalmente, continuare a fare targeting contestuale, come pubblicare annunci a persone che leggono o guardano una storia. Ciò allineerà il nostro approccio alle pubblicità elettorali con pratiche consolidate nei media come TV, radio e stampa, e si tradurrà in annunci pubblicitari elettorali più ampiamente visibili e disponibili per la discussione pubblica. Ciò significa, tuttavia, che gli elettori non si troveranno intrappolati in una camera di propaganda progettata per fare appello a ciò che già pensano”.

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