Huawei non utilizza un singolo componente USA sul Mate 30 Pro

Huawei potrebbe scorporare i suoi marchi di smartphone P e Mate

La compagnia è riuscita a realizzare il suo top di gamma lasciando fuori tutti i fornitori statunitensi dalla catena di approvvigionamento

Huawei non è certo rimasta con le mani in mano a seguito del ban da parte del Dipartimento del Commercio degli Stati Uniti, per cui è riuscita a realizzare il Mate 30 Pro lasciando fuori qualsiasi componente proveniente da azienda americane. Il New York Times ha avuto accesso a un’analisi di Ubs e Fomalhaut Techno Solutions, che ha smontato lo smartphone, concludendo che sono entrati in gioco solo i fornitori internazionali per la costruzione del dispositivo di punta del gruppo cinese.

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Questo è un indicatore della portata della produzione e della catena di approvvigionamento di Huawei, oltre che una dimostrazione di come sia piuttosto solida di fronte ad un divieto commerciale come quello degli Stati Uniti, avvenuto all’inizio di quest’anno e che ha impedito alle aziende statunitensi di fare affari con la multinazionale.

Cosa succede adesso

Il divieto implicava che Huawei non potesse spedire nuovi telefoni con servizi Android nativi e l’accesso al Play Store integrato. Come sappiamo, le app di Big G sono state da lungo vietate in Cina, dove Huawei ha il suo ecosistema, che potrebbe non attrarre gli occidentali ma il vasto mercato ha finora dato ragione alla compagnia.

Come un recente rapporto di Gartner ha sottolineato, Huawei è ancora al secondo posto per quanto riguarda la quota di mercato globale degli smartphone, dietro Samsung. Questo non vuol dire che perdere l’accesso ai servizi Google non abbia danneggiato il marchio ma le sue dimensioni e la portata possono permetterle di resistere alla tempesta Trump, ancora per un po’.

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Avendo realizzato il Mate 30 Pro utilizzando una catena di approvvigionamento internazionale, è stato anche possibile vedere l’azienda occupare internamente la maggior parte dei suoi sistemi hardware, con il cuore centrale del SoC Kirin. E l’ampliamento della realizzazione di componenti interni potrebbe essere il trend più in voga il prossimo anno, visto che Apple ha messo le mani sullo sviluppo modem di Intel, per i futuri iPhone, e che Samsung è già pienamente calata nel mondo Exynos.