Animal Crossing rimosso in Cina per i messaggi in favore di Hong Kong

Alcuni utenti hanno sfruttato il gioco Animal Crossing: New Horizons per creare immagini e slogan politicamente sensibili condivisi sui social media

Il gioco per Nintendo Switch, Animal Crossing: New Horizons, è stato rimosso dalla vendita sui siti web in Cina, dopo essere stato utilizzato dagli attivisti di Hong Kong per diffondere messaggi a favore della democrazia. Il popolare gioco di simulazione di vita sull’isola è scomparso dall’equivalente cinese di eBay, Taobao, la scorsa settimana. Il titolo consente agli utenti di decorare il proprio habitat con uno strumento di creazione di modelli, che alcuni giocatori hanno utilizzato per creare immagini e slogan politicamente sensibili che poi acquisiscono e condividono sui social media. Alcuni posti riguardavano il movimento democratico di Hong Kong e attaccavano l’attuale capo esecutivo del paese, Carrie Lam, assieme al presidente cinese Xi Jinping.

La scorsa settimana attivisti di alto profilo hanno condiviso uno screenshot su Twitter della propria isola di gioco con uno striscione con la scritta “Free Hong Kong, revolution now”. Non è chiaro se le vendite siano state rimosse sotto una specifica direzione dal governo cinese visto che non ci sono annunci ufficiali da parte delle autorità. Il sito di notizie, Ping West, scrive dell’invio di un messaggio ai venditori sul Taobao di proprietà di Alibaba giovedì scorso, con cui si ordinava di vietare la vendita di tutti i prodotti Animal Crossing. Tutto ciò con un paradosso: il gioco non era ancora ufficialmente disponibile in Cina, con molte persone che lo hanno acquistato da siti di importazione esteri.

TI PIACE QUESTO ARTICOLO?

Iscriviti alla nostra newsletter per essere sempre aggiornato.

L’analista Daniel Ahmad spiega che la rimozione di Animal Crossing è essenzialmente l’applicazione di una politica del 2017. “Taobao ha vietato la vendita di videogiochi importati sin dal 2017, anche se la direttiva non è mai stata applicata più di tanto e solo su giochi selezionati. Per lo più, si trattava di titoli che rientravano in due tipologie di criteri: depositari di contenuti generati dagli utenti considerati troppo offensivi o violenti e opere d’arte finite sotto l’occhio del regolatore, per qualche motivo particolare”.

Leggi anche:  Il fisco Usa vuole 29 miliardi di dollari di tasse arretrate da Microsoft