L’industria 4.0 ai tempi del Coronavirus

Da vantaggio a vera necessità per ripartire

In Europa (in primis in Germania) si parla di Industria 4.0 ormai dal 2011. Anche in Italia, grazie soprattutto alla Legge Calenda del 2017, è da tempo all’ordine del giorno la questione del come e quando le aziende industriali devono operare l’ineludibile trasformazione digitale; anche se con qualche incertezza, sono stati fatti passi avanti nel percorso di adeguamento della fabbrica, per renderla “smart” ovvero interconnessa sia tra asset fisici (macchine) che tra macchine e uomini. Nel nostro Paese (quarto paese manifatturiero al mondo), tuttavia, la resistenza al cambiamento, unitamente alla mancanza di infrastrutture adeguate, rende il processo di digitalizzazione ancora difficile; il Paese risulta diviso circa a metà con il 38% delle aziende che non riesce a far proprio il concetto di Industria 4.0. La convivenza con il Coronavirus renderà ancora più evidente come la digitalizzazione delle imprese sia diventato il crocevia dove oggi si decide chi sopravvive e chi no. Persino i più riottosi saranno spinti ad accelerare il processo di digitalizzazione, ad adottare le nuove tecnologie per favorire l’attività lavorativa e la continuità del lavoro in ogni condizione e situazione.

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Si conferma la correttezza dell’intuizione da cui è nata Holonix: la fondamentale importanza assunta da tecnologie e applicazioni per la Smart Industry che lo spin off del Politecnico di Milano porta oggi sul mercato come strumenti software di augmented intelligence, soluzioni che integrano tecnologie e soluzioni IoT, cloud e big data/analytics.

Sono strumenti che abilitano a operare oggi con un’efficacia in precedenza impossibile, in
modalità totalmente data driven, erogabili per lo più da remoto e con intervento umano ridotto al minimo. Ne è un emblematico esempio il prodotto-servizio i-Live Machines, ideato da Holonix per i produttori di macchine e impianti industriali per permettere loro di collaborare in piena sicurezza con clienti e partners, monitorando da remoto il parco macchine, conoscendone il reale utilizzo, prevedendone le criticità e migliorando il livello percepito del serciving. Un prodotto-servizio innovativo, utilizzabile immediatamente, accessibile a costi minimi e completamente variabili, attivabile a distanza.

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E’ il risultato di una combinazione di tecnologie che si rivelano provvidenziali e abilitanti la continuità del business in un periodo come il prossimo futuro; permettono di azzerare distanze e intermediari, di memorizzare l’intero ciclo di vita di ogni singola macchina e dell’intero parco sulla base dei dati reali del loro effettivo utilizzo, di assisterle efficacemente senza limiti geografici. Inoltre sono la chiave per rendere più competitive le macchine grazie all’uso di big data/analytics sui dati accumulati, permettendone l’uso nei
processi produttivi 4.0. Un esempio è l’utilizzo di i-live Machines nell’ambito del progetto di ricerca Level-Up (G.A. 869991 | www.levelup-project.eu), dedicato a sviluppare una piattaforma in grado di gestire e ottimizzare l’intero ciclo di vita di un macchinario industriale: dalla progettazione assistita da approcci data-driven e digital twins, alla gestione della fase d’uso attraverso approcci di manutenzione predittiva, alle azioni di revamping, modernizzazione e gestione del fine vita.